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CREMONA. NELLE AULE DI GIUSTIZIA

Aggredito nel kebab: «Non voglio i loro soldi»

A febbraio la rapina nel locale in via Guarneri del Gesù. A processo due 18enni

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

29 Settembre 2025 - 19:27

Aggredito nel kebab: «Non voglio i loro soldi»

CREMONA - L’assegno circolare era già pronto: 600 euro come risarcimento delle botte prese il 26 febbraio di quest’anno, mercoledì, durante l’aggressione nel suo locale, il K2 Pizza Kebab Grill, in via Guarneri del Gesù. Ma il 39enne titolare pakistano quella sera dimesso dal Pronto soccorso con 5 giorni di prognosi, è stato chiaro: «Non li voglio». «Dichiara di non voler accettare l’offerta risarcitoria presentata». Da oggi la frase è agli atti del processo per rapina e lesioni a carico di due gemelli albanesi, 18 anni compiuti il 3 febbraio, in concorso con due minorenni: un 15enne e una ragazzina che avrebbe rubato le birre. Dopo 45 giorni di carcere, i gemelli, difesi dagli avvocati Marco Soldi di Brescia e Guido Priori, sono agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico, il 15enne era stato messo in una comunità.

Il pakistano oggi avrebbe dovuto raccontare dell’aggressione. Non parla l’italiano, però. Serve l’interprete. Davanti ai giudici tornerà nella tarda mattinata di domani, giorno, anche, della sentenza.

Erano le sei del pomeriggio. I giovani erano ubriachi di vodka. Il 15enne voleva andare in bagno, il titolare lo aveva bloccato per un braccio. Nel locale era scoppiata una zuffa. Il ragazzino aveva colpito il pakistano alla fronte, pare con un anello, ferendolo. Uno dei gemelli aveva partecipato al parapiglia, l’altro si era affacciato sulla porta. Sul bancone c’era un coltello per preparare il kebab. «Mi hanno minacciato: ‘Dacci i soldi’», la verità del pakistano. I tre erano poi scappati verso i giardini pubblici dove gli agenti della polizia locale li avevano accerchiati e i poliziotti della Volante arrestati.

Agli atti ci sono i video girati dalla telecamera interna al K2 Kebab. Il video non riprende tutta la scena, perché, come ha riferito il titolare, in piena zuffa i suoi aggressori avrebbero staccato la corrente. La rapina sarebbe continuata al buio.
Oggi, una ragazza chiamata a testimoniare dalla difesa, ha detto che lei era nel locale e che stava tirando via una dei violenti. Da un fotogramma estrapolato dal video girato dalla telecamera del Kebab «si vede una ragazza che incitava» e, quindi, «si interrompe l’esame della teste, potenzialmente indagata», ha detto il presidente del collegio.

Un altro testimone ha raccontato di aver visto. Era all’esterno del kebab, stava fumando una sigaretta. «Questi ragazzi sono entrati per andare in bagno e poi hanno aggredito. Erano in due, poi c’erano altre persone. Ricordo solo due ragazzi, ho capito che la discussione era per il bagno». Il teste era entrato nel locale. «Ricorda se sono state spente le luci, se è stato fatto scattare l’interruttore?», ha rilanciato il presidente del collegio. «Non ricordo». «Lei era nel locale: ha visto se qualcuno dei presenti con atteggiamento aggressivo, ha preso un coltello da cucina?». «Mi ricordo che erano a mani nude». Nella foto numero 6 esibita al teste si nota «un soggetto con in mano un coltello impugnato dalla parte del manico». «Ragionandoci, non ricordo se abbia spostato il coltello. Sono rimasto lì sino all’arrivo della pattuglia». Il poliziotto che aveva sequestrato il coltello: «Non ricordo la posizione del coltello. Il proprietario del Kebab mi aveva detto che era stato utilizzato per minacciarlo».

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