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CREMONA. CONSIGLIO COMUNALE

Sostanze stupefacenti: sulla prevenzione un testo condiviso

Approvato al termine del dibattito in aula, riguarda le politiche contro l’uso di droga

Francesco Gottardi

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fgottardi@cremonaonline.it

29 Settembre 2025 - 18:26

Sostanze stupefacenti: sulla prevenzione un testo condiviso

CREMONA - Un confronto serrato, che va oltre le semplici dichiarazioni di intenti, ha caratterizzato in Consiglio Comunale a Cremona la discussione sulla mozione che impegna l’amministrazione sulle politiche di prevenzione del consumo di sostanze stupefacenti. Il testo, proposto dal gruppo Novità a Cremona e successivamente emendato dal Partito Democratico, ha trovato un significativo punto di equilibrio bipartisan, ma è stato il discorso della consigliera Vittoria Loffi, che ha proposto un emendamento, a fornire una lettura in prospettiva del fenomeno e critiche alla narrazione che la riguarda.

La posizione di Cristiano Beltrami (Novità a Cremona) ha posto l’accento sull’emergenza a livello nazionale. "I dati parlano chiaro, oltre 300 morti per overdose in incremento", ha affermato, sottolineando come "1 giovane su 4 fa uso di sintetiche o cannabis". Per Beltrami, a Cremona esistono "luoghi di spaccio noti, anche nei pressi delle scuole", e non ci si può accontentare di proclami. La sua proposta è di adottare "programmi educativi ad alto impatto già sperimentati altrove", coinvolgendo con Ats Valpadana, educatori e studenti in una "strategia integrata di educazione" che passi anche per i media locali. "Investire sulla prevenzione oggi significa proteggere i nostri giovani domani", ha concluso.

Dal canto suo, Roberto Poli del Partito Democratico ha rimarcato come in tutte le politiche di prevenzione in ambito scolastico sia previsto l’intervento di Ats Valpadana, mettendo al centro "la formazione degli insegnanti affinché si facciano tramite di modelli formativi, come prescrive la Regione Lombardia". L’obiettivo degli emendamenti Pd è stato quello di trovare un accordo bipartisan, perché su temi trasversali come questo è giusto cercare una sintesi, confermando che "il Comune può e deve continuare a fare quello che ha sempre fatto tra prevenzione e riduzione del danno".

Ma è l’intervento di Vittoria Loffi ad aver scavato in profondità, sfidando i dati e le narrazioni consolidate. La consigliera ha invitato a "andare alla radice del fenomeno e non rimanere in superficie". Citando la relazione annuale del Dipartimento delle Dipendenze, ha corretto i numeri sulle overdose, precisando che i decessi registrati sono stati 227 e non 321, e in calo. Ha inoltre osservato che, se è vero che la fascia 15-29 anni è colpita, "il picco massimo si registra nella fascia 40-49".

La sua critica più forte ha riguardato la disinformazione sul tipo di sostanze. “Le sostanze che determinano effetti fatali sono eroina e metadone, nulla che abbia a che fare con la marijuana”, ha dichiarato, mettendo in guardia da un approccio “figlio di una cultura del proibizionismo”. Loffi ha denunciato con forza gli “effetti penali devastanti” dell’articolo 73 del testo unico sulle droghe, che gravano su un sistema carcerario già sovraffollato, e ha evidenziato come la repressione del consumo si abbatti in modo particolare sui minori, con un aumento dei segnalati, “la maggior parte per cannabinoidi”.

Uno dei punti cruciali da lei sollevati riguarda la crisi dei servizi. “La prevenzione sta vivendo una fase da ‘cenerentola dei servizi sanitari’”, ha affermato, citando don Luigi Ciotti e denunciando tagli complessivi del 50%, con riduzioni particolarmente gravi per “i servizi legati alla marginalità e all’emarginazione, come le equipe di strada e i dormitori”. Per Loffi, l’importanza dell’emendamento approvato sta proprio nell’aver messo assieme approcci differenti, riconoscendo che la lotta alle dipendenze deve unire e non dividere, in un’ottica che guardi alla complessità del fenomeno e alle sue vere cause.

Mentre il testo emendato ha messo d'accordo maggioranza e opposizione, il dibattito suscitato sugli approcci da adottare, sintetizzati dal binomio proibizionismo/antiproibizionismo, lascia dei profondi solchi a separare le parti. A testimoniarlo é l'astensione della meloniana Chiara Cappelletti che ”sulle droghe – ha dichiarato – non ho mezze misure. L'esposizione della consigliera Loffi mi conferma come invece ci siano ancora posizioni differenti sulle quali non dobbiamo essere per forza d'accordo. Sulle sostanze stupefacenti le istituzioni dovrebbe schierarsi contro, a partire dalle droghe leggere e oltre”.

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