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Quando il rock incontra la storia: Maurizio Solieri racconta Vasco Rossi

Al silent stage di Cremona Musica, il chitarrista storico di Vasco Rossi ha condiviso con il pubblico i retroscena del suo primo incontro con il cantante. Tra ricordi di gioventù, servizio militare e prime note in studio, un viaggio nel dietro le quinte di una carriera leggendaria

Claudio Barcellari

Email:

cbarcellari@laprovinciacr.it

28 Settembre 2025 - 15:09

Quando il rock incontra la storia: Maurizio Solieri racconta Vasco Rossi

CREMONA - Gli incontri che hanno fatto la storia della musica, compendiati in un centinaio di pagine. Ospite d'onore anche Maurizio Solieri, chitarrista storico di Vasco Rossi, al silent stage di Cremona Musica: l'occasione è stata offerta da una chiacchierata a tre con il giornalista Ezio Guaitamacchi e Leonardo Folieri, autori del libro 'nice to Rock you': una rilettura dell'inglese 'nice to meet you', 'piacere di conoscerti'. Al centro del volume: le storie di conoscenze tra 'grandi'. Tra cui anche quella di Solieri e Vasco Rossi, che l'artista ha raccontato al pubblico del festival dello strumento: «Correva l'inverno del 1977 - ha esordito - avevo il servizio militare a Napoli. Mio padre era medico, cosa che sarei dovuto essere anche io, per la mia famiglia. Macché! Ho provato a indossare il camice, ma non me lo sono visto bene addosso».

silent

Quindi l'anno cosiddetto 'sabbatico' al servizio militare, con una grande sorpresa: «Mi chiamò un amico, compagno di classe di un certo Vasco Rossi. Studiava dai Salesiani. Aveva fondato una radio, si chiamava 'Punto Radio'. Il mio amico era entrato nel giro, e mi ha chiesto di andare con lui. Ho accettato. Dovevamo andare a Milano per fare una registrazione, avevano bisogno di un chitarrista; chiesi una settimana di ferie con il mio capitano, e in un'alba nebbiosa ci incontrammo alla stazione dei treni di Modena».

Così comincia l'avventura: «Mi sembrava un sogno: io, la mia casa, i miei dischi. Milano era la capitale della Musica, insieme a Roma. Siamo andati in uno studiolo per registrare. Lì ho incontrato Vasco. Aveva i capelli biondi, occhi azzurri, jeans scampanati, come si usava. Aveva una custodia con dentro una chitarra: una Ovation. Gli ho chiesto se potessi provare a suonare: mi ha guardato, e mi ha detto: 'caspita, sei molto bravo'. Questo fu il mio inizio».

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