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PAURA E PROTESTE SUL PO

Tronchi contro le canoe: «Così si rischia la vita»

La Bissolati accusa: «Diga sul fiume aperta, l’avviso arrivato ad allenamenti iniziati». Enel Green Power: «Comunicazione alle 14». Già convocato il vertice in Prefettura

Fulvio Stumpo

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redazione@laprovinciacr.it

25 Settembre 2025 - 05:30

Tronchi contro le canoe: «Così si rischia la vita»

CREMONA - «Così si mette a rischio la vita dei nostri ragazzi». Dichiarazione durissima quella di Maurilio Segalini, presidente della canottieri Bissolati. Nel focus c’è il sistema di paratoie di Enel Green Power: l’accusa è quella di avere aperto martedì quelle della diga di Isola Serafini avvisando in ritardo gli operatori fluviali.

«Quando l’allarme è arrivato, i nostri ragazzi erano già sul fiume. Il Po si è coperto di tronchi e rami, mettendo in difficoltà i canottieri, anche i ‘nostri piccoli’, poco più che bambini, che in quel momento si stavano allenando».

Ma Enel, in un comunicato, sostiene di avere avvisato dell’apertura delle paratoie alle 14, e precisa «che la comunicazione di previsione di riduzione del carico è stata trasmessa alle 14, con fermata dell’impianto alle 16. Tale comunicazione non costituisce un obbligo normativo, ma è frutto di un protocollo operativo sottoscritto tra Enel Green Power, la Prefettura di Cremona e Aipo. Secondo tale protocollo, Enel Green Power Italia si impegna a trasmettere la sola previsione di riduzione del carico di produzione e Aipo ha il compito di valutare il rischio flottante del Fiume Po e di trasmettere l’informazione alla Prefettura di Cremona. In particolare, l’operazione in questione è stata condotta nel rispetto delle procedure di sicurezza e della regolazione idraulica. Enel Green Power, da sempre impegnata nella gestione responsabile delle infrastrutture idroelettriche, collabora attivamente con le istituzioni e gli enti territoriali per garantire la sicurezza del territorio e la corretta informazione, nel rispetto dei protocolli condivisi e delle migliori pratiche operative».

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Una situazione complicata che si è verificata più volte, tanto che il giorno 30 si terrà una riunione convocata dal prefetto di Cremona, Antonio Giannelli, per elaborare un protocollo più sicuro.

Sul fiume l’allarme scatta alle 17.49, quando al funzionario della Protezione civile del Comune di Cremona arriva una telefonata dal collega di turno dell’amministrazione provinciale che avvisa dell’apertura graduale della paratoie per operazioni di manutenzione. Il funzionario comunale avvisa subito telefonicamente Segalini, che a sua volta allerta le canottieri. Dal Comune, a conferma, viene inviata anche una mail a tutti gli operatori fluviali che recita: attivazione fase di criticità ordinaria per rischio idraulico a valle e materiale flottante di pre allerta rischio diga. Ma i tronchi hanno invaso già il fiume mettendo a rischio la stabilità delle imbarcazioni (c’è da ricordare comunque che del ‘materiale flottante’ potrebbe essere arrivato anche dall’Adda, visto che la sua foce è a valle della diga).

«Per quanto ci riguarda abbiamo agito con la massima celerità — afferma Simona Pasquali, assessora alla Protezione civile — arrivata la telefonata dell’amministrazione provinciale abbiamo chiamato immediatamente Segalini, poi è stata inviata anche una mail, oltre che ad Assocanottieri, anche agli altri operatori fluviali, alle motonautiche Cmc e Mac, al comandante della Mattei Federico Molinaro. Di più non si poteva fare, ma per trovare un sistema più sicuro ed efficace se ne sta occupando anche la Prefettura».

«La telefonata è arrivata tardi, non ci sono dubbi, i canottieri se la sono vista brutta, le barche e le canoe sono state circondate da tronchi e da altro materiale — spiega Segalini —. I nostri istruttori hanno subito scortato con le barche a motore gli atleti più piccoli facendoli rientrare in società, mentre gli altri si sono rifugiati nella Canalina e sono rientrati all’imbrunire. Occorre trovare un sistema per evitare questi rischi. Lo ripeto: così si mette a repentaglio la vita dei nostri ragazzi».

«Il sistema non ha funzionato - conferma Pierangelo Fabris, presidente di Assocanottieri — fortunatamente altri atleti stavano facendo un tipo di allenamento in palestra, ma molti erano sul Po. Si è rischiato di brutto. Occorre trovare il sistema di avvisare per tempo gli operatori del fiume; invece mi sembra che ieri (martedì) questo non sia stato fatto, anche perché credo ci siano troppi passaggi ed enti coinvolti; per cui basta poco per inceppare il meccanismo, come di fatto è accaduto».

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