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L'INFLAZIONE

Nella morsa del carovita: volano spesa e bollette

In un anno l’indice dei prezzi sale dell’1,1%. Continua l’erosione del potere d’acquisto

Francesco Gottardi

Email:

fgottardi@cremonaonline.it

18 Settembre 2025 - 05:30

Nella morsa del carovita: volano spesa e bollette

(foto IA)

CREMONA - Prosegue senza sosta l’onda inflattiva che dall’inizio del 2024 continua ad erodere il potere d’acquisto delle famiglie cremonesi. I dati di agosto confermano una tendenza consolidata, con aumenti significativi che colpiscono soprattutto i beni di prima necessità e alcuni servizi essenziali, delineando un quadro economico che impone attenzione e sacrifici ai cittadini. Complessivamente si registra una variazione tendenziale (quindi rispetto al mese di agosto 2024) del +1,1%.

Il capitolo della spesa alimentare si conferma il più critico per i bilanci domestici. L’indice generale degli alimentari segna un +2,8% su base tendenziale, ma all’interno di questa macro-categoria si nascondono picchi davvero rilevanti. A fare male al portafoglio sono soprattutto il caffè, tè e cacao (+19,1%), un dato identico a quello di luglio che non accenna a calare. Seguono, con incrementi oltre il 5%, la carne (+5,1%) e l’acqua minerale (+5,1%), i prodotti lattiero-caseari (+5,0%) e lo zucchero con i dolciumi (+4,9%). Un’unica, significativa eccezione in discesa è rappresentata dagli oli e grassi alimentari (-12,4%), continuando la flessione già registrata dopo i grandi rincari degli scorsi anni.

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Oltre alla spesa, a pesare sono i costi legati alla casa. La voce più allarmante è quella relativa alla fornitura d’acqua (+14,5%), confermando una spirale al rialzo che perdura da diversi mesi. Anche il settore sanitario registra una crescita, sebbene più contenuta, dell’+1,4%, con i servizi medici (+2,3%) e paramedici (+3,2%).


Non va meglio sul fronte del turismo e intrattenimento fuori casa, con i prezzi di bar, ristoranti e simili (+5,1%), giocattoli e hobby (+0,4%) e articoli di cartoleria e da disegno (+3,6%). In controtendenza i trasporti (-0,6%), sebbene restino molto alti i costi per i voli aerei (+4,3%) e per quelli marittimi (+7,4%). Di segno opposto invece l’andamento dei prezzi per quanto riguarda il mercato di automobili (-0,1%), bici e monopattini (-0,2%) e dei carburanti (-5%). Anche il trasporto su rotaia (-0,8%) torna a scendere rispetto allo scorso anno, anche se registra un lieve aumento da luglio (+0,2%). Da segnalare, infine, il notevole rincaro per l’istruzione universitaria (+5,9%).

Il quadro cremonese si inserisce in un contesto nazionale disomogeneo, come sottolineato dall’Unione Nazionale Consumatori in un commento ai dati Istat. L’associazione ha evidenziato come l’impatto dell’inflazione vari sensibilmente da città a città in termini di spesa reale aggiuntiva per le famiglie. Se nelle province più ‘virtuose’ come Pisa e Aosta (+0,3%) l’aggravio annuo si limita a poco più di 80 euro, in cima alla classifica dei rincari si trovano Bolzano (+697 euro), Rimini (+661 euro) e Belluno (+652 euro). Le regioni con l’inflazione più alta sono risultate Puglia e Calabria (+2,1%), mentre il Trentino Alto Adige è il territorio dove, in valore assoluto, le famiglie subiscono il maggiore aggravio di spesa (495 euro). Tornando alla realtà locale, la persistenza di un’inflazione strutturata su beni primari come il cibo e l’acqua, unita al caro-bollette, continua a rappresentare una sfida quotidiana per i cittadini, costretti a ripensare le proprie abitudini di consumo per far quadrare i conti.

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