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CREMONA. NELLE AULE DI GIUSTIZIA

Fondi distratti ad Uniti: Mazzetti condannato

Dovrà scontare 6 anni e 10 mesi. E i risarcimenti dovuti ammontano a 107mila euro

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

16 Settembre 2025 - 19:55

Fondi distratti ad Uniti: Mazzetti condannato

CREMONA - L'importante è che io venga condannato per le mie stupidità, aveva detto un quarto d’ora prima della sentenza. Non è andata come sperava. Associazione a delinquere finalizzata ad appropriarsi indebitamente del denaro versato dai cremonesi a Uniti per La Provincia, la onlus nata il 13 marzo 2020, in piena pandemia, per la lotta al Covid, mentre la gente moriva. Ma anche il tentativo di depistare le indagini della Guardia di Finanza e le minacce a un imprenditore compiacente che aveva poi vuotato il sacco con chi stava indagando: 6 anni e 10 mesi di reclusione.

Il Tribunale li ha inflitti ad Attilio Mazzetti, 40 anni, natali a Soresina, per i giudici il «promotore» dell’associazione a delinquere in concorso con Renato Crotti, l’insospettabile «motore della onlus», per dirla con il pm Davide Rocco, che per Mazzetti aveva chiesto 7 anni, mentre il 10 novembre 2022 Crotti era uscito dall’indagine con un patteggiamento a 3 anni e 4 mesi e con 25mila euro di risarcimento alla onlus sui circa 300mila distratti: una emorragia bloccata, a luglio 2019, dall’indagine delle Fiamme Gialle scattata dal caso dei «750 pasti caldi» destinati alla Eco-Company di don Alberto Mangili. Esattamente un anno dopo Crotti, il 10 novembre 2023, dall’indagine erano usciti anche gli imprenditori compiacenti: in udienza preliminare c’è chi aveva patteggiato e chi era stato condannato dal gup nel processo con il rito abbreviato. Mazzetti era stato rinviato a giudizio.

Tra Crotti, che di fatto gestiva la onlus, e Mazzetti sussisteva un accordo stabile. I due avevano la necessità di trovare soggetti (imprenditori, Ndr) che facessero fatture false, aveva detto il pm. Nell’impianto accusatorio, Mazzetti reclutava gli imprenditori che avevano fatturato operazioni inesistenti. Come le cinque forniture (oltre 70 mila euro) per le sanificazioni, in realtà mai fatte, al centro diocesano di spiritualità in viale Medaglie d’Oro a Crema. O come la finta fornitura di Kit «Salvavita & Sicurezza». C’è poi il caso di 25 kit premium home forniti dalla Verisure a Mazzetti, prima del Covid procacciatore di affari per la società, kit regalati, piazzati nelle case di parenti, amici e di suoi colleghi.

Mazzetti è stato condannato a risarcire con una provvisionale di 90mila euro la onlus, parte civile attraverso l’avvocato Roberto Guareschi. E con una provvisionale di 17mila euro la Verisure, chiamata nel processo da Uniti come responsabile civile e assistita dall’avvocato Lapo Pasquetti.

Si chiude così, in prima battuta, il caso che aveva sollevato indignazione. Una storia di fiducia tradita. Entro quindici giorni sarà depositata la motivazione della sentenza. Gli avvocati di Mazzetti, Domenico Servillo e Gian Andrea Balzarini, attendono di leggerla, ma certamente faremo appello. Una pena sproporzionata, ha commentato Balzarini. Attenderò di leggere la motivazione della sentenza per capire se vi saranno gli estremi per impugnarla, ha commentato l’avvocato Pasquetti. Nella condanna del Mazzetti ci si confidava: ci sembrava che il processo avesse consegnato tutti gli elementi necessari su tutti i capi di imputazione — ha dichiarato l’avvocato Guareschi —. Per quanto riguarda la posizione della parte civile, c’è soddisfazione, perché oltre ad avere avuto un riconoscimento della provvisionale, è stata coinvolta nel risarcimento la Verisure per quanto riguarda il capo di imputazione relativo alla fornitura dei 25 kit di allarme. Tra le parti, Mazzetti e società di allarmi, la partita ora si giocherà sul piano civile per ottenere l’intero risarcimento del danno.

Nel martedì della sentenza, Mazzetti era in aula. Le notti insonni da mesi, e un chilo perso ad ogni udienza, sperava che passasse la tesi dei suoi avvocati. La tesi di «Crotti manipolatore». Se Mazzetti è responsabile di quello che ha fatto, tuttavia non è né promotore né partecipe di un’associazione a delinquere. Delle due, l’una: o Crotti ha esplicitato il piano a Mazzetti: «Ho il pieno controllo della onlus, possiamo operare insieme e prendere i soldi». O Crotti cerca di manipolarlo. Mazzetti non è un approfittatore cinico che non si fa alcun scrupolo durante l’emergenza Covid. È una persona semplice. Titolare di un locale a Crema, qui aveva conosciuto Crotti. Fallito il locale, nel 2018, Mazzetti era diventato procacciatore di affari per la Verisure, ma quando è arrivato il Covid, la società ha fermato l’attività. E lui si era reinventato per portare a casa qualche denaro nell’emergenza con le sanificazioni pubblicizzate su Facebook. Crotti lo ha agganciato. E chi è Crotti? — aveva rilanciato la difesa —. È un personaggio di spicco, una persona potentissima e conosciutissima, è il motore della onlus, un manipolatore.

Mi sono fidato di Crotti, si era difeso Mazzetti. Oggi, dopo la lettura della sentenza, è corso fuori dall’aula. Non dico niente.

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