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In piedi sul sup fino alla foce del fiume

Gobbo, studente 23enne di ingegneria, pagaia nel Po: «Non sono uno sportivo, ma ci provo»

Elisa Calamari

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04 Settembre 2025 - 05:15

In piedi sul sup fino alla foce del fiume

CREMONA - Sta sfidando la fatica e soprattutto il meteo di fine estate: Gianfranco Gobbo, 23enne di Jesolo, è il protagonista dell’ennesima avventura ospitata dal vecchio Eridano. Remando a bordo della sua tavola da sup, e quindi rigorosamente in piedi, è partito domenica da Castel San Giovanni (Piacenza) ed è diretto alla foce. Complessivamente 350 chilometri, che sta affrontando anche grazie all’ospitalità delle canottieri.

La sua prima tappa è stata all’Ongina di Monticelli, dove ad accoglierlo sono stati il presidente Sergio Montanari e il socio Boris Bonvini. Quando li ha contattati per chiedere un aiuto per la notte, sono rimasti stupiti e ammirati. «Non è un’impresa facile – ammette il 23enne –, ma voglio provarci. Se sono uno sportivo? No, tutt’altro. Frequento la facoltà di ingegneria dei materiali a Padova, ma durante le pause dallo studio coltivo la passione per queste sfide. Tutto è cominciato tre anni fa con una scommessa, ho iniziato col tragitto Jesolo-Trieste, poi Jesolo-Goro, sempre in mare. L’obiettivo è diventato quello di aumentare i chilometri di anno in anno e così sto facendo. Vero che mi sono allenato, ma faccio tutto da autodidatta. Il sup è acronimo di stand up paddle e prevede di viaggiare su una tavola lunga circa quattro metri. È leggera perché è gonfiabile e non necessita di attracco».

Pochi bagagli a bordo, uno zainetto sulle spalle e una muta indossata per precauzione, viste le possibili cadute in acqua. Al momento nessun incidente. Per i profani restare in piedi su una tavola per così tante ore può sembrare impensabile, ma Gobbo spiega che non è poi così difficile: «In Po, a differenza del mare, non ci sono onde che fanno perdere l’equilibrio». Non l’hanno impensierito troppo neppure i tronchi trascinati dalla corrente, che domenica hanno fatto fermare il Campionato mondiale di motonautica: «Sono riuscito comunque ad arrivare alla canottieri Ongina – racconta –. Sapendo delle corse dei motoscafi mi ero informato sugli orari e così sono passato da San Nazzaro durante la pausa pranzo. Alla conca di Isola Serafini sono risalito, anche perché non avevo prenotato la concata, per tornare in acqua subito dopo».

Il giorno seguente è ripartito in direzione Cremona, Gerre, Stagno, San Daniele... «Durante il tragitto mi fermo raramente – continua –, mi siedo sulla tavola solo per bere o per mangiare. Mi capita di scattare qualche fotografia quando il paesaggio mi colpisce. È successo proprio nel Cremonese, quando ho notato un croficisso sulla riva». Si trattava del Cristo del Po, al Bosco ex Parmigiano. Il viaggio del 23enne ha fatto tappa anche a Casalmaggiore, dove ad ospitarlo per la notte – dandogli anche un riparo dalla pioggia – è stata la canottieri Eridanea. Poi altra partenza, in direzione Revere.

«Credo che terminerò il percorso già domani (oggi per chi legge, ndr) – ha riferito ieri sera dopo la quarta tappa –. Mi mancano ancora 75 chilometri ma conto di ultimarli in una giornata. Di certo porterò con me gli incontri bellissimi fatti durante questo viaggio». Non solo quelli con la ‘gente di Po’ che lo aiuta, lo accoglie e lo incoraggia, ma anche quelli più silenziosi: «Seppure in mezzo al fiume, vengono a trovarmi farfalle e bruchi – sorride –. Sto attraversando luoghi molto belli».

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