L'ANALISI
02 Settembre 2025 - 21:14
CREMONA - Dalla falegnameria della Casa circondariale di Cremona un progetto concreto unisce riscatto personale e solidarietà. Due persone detenute stanno lavorando al restauro di 48 persiane della Casa dell’Accoglienza, un’iniziativa promossa da Caritas Cremonese nell’ambito del bando ‘Dare Speranza alla Giustizia’, finanziato con fondi 8xmille di Caritas Italiana.
Il progetto, della durata di due mesi, impegna i detenuti per sei ore al giorno sotto la guida del falegname Emanuele e del volontario Maurizio Lanfranchi, presidente dell’associazione MEDeA. Un ex meccanico, senza precedente esperienza nel settore, ha colto l’opportunità di imparare un mestiere nuovo: «Stanno lavorando con grande impegno – racconta Emanuele – e stanno acquisendo competenze preziose».
Suor Mariagrazia, coordinatrice dei progetti di Caritas cremonese in carcere, spiega l’ispirazione del progetto: «L’idea di coinvolgere nel restyling della Casa dell’accoglienza alcune persone detenute nasce dal desiderio di dare un significato più profondo alla ristrutturazione, creando inoltre un’occasione occupazionale e di senso. Questo progetto, infatti, rende i detenuti protagonisti attivi di un’opera molto importante per la città e il territorio diocesano: con questa attività possono contribuire concretamente alla ‘costruzione’ di un bene utile alla comunità, comunità che in qualche modo hanno leso con il reato commesso, e ciò è occasione di riscatto e restituisce loro dignità».
Al termine dei lavori, gli utensili donati dalla Caritas rimarranno nella falegnameria del carcere, a sostegno di future attività. «Il nostro desiderio – conclude suor Mariagrazia – è proseguire questa collaborazione, creando sempre più opportunità che uniscano formazione, riscatto e servizio alla comunità».
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