L'ANALISI
30 Agosto 2025 - 05:30
CREMONA - L’ex chiesa di San Francesco diventerà un hub per i giovani e sede di una scuola di seconda opportunità; l’ex ospedale sarà invece un luogo di sperimentazione per l’housing sociale. È il sogno di una città che invecchia inesorabilmente ma che vuole rimettersi in gioco, valorizzando i giovani e dicendo loro che Cremona non è solo una città per gli over 65, ma anche per gli under 30.
Utopia o realtà? L’utopia sta nel sogno, la realtà nei fondi: oltre venti milioni di euro per un progetto di riqualificazione urbana, in gran parte provenienti dall’Europa, attraverso l’impegno di Regione Lombardia. Il Comune parteciperà con un cofinanziamento di due milioni e mezzo di euro. Ed è ancora sul piano della realtà che interviene l’assessore ai Giovani e al Turismo, Luca Burgazzi: «I lavori inizieranno fra novembre e dicembre — spiega —. Partiremo dalle piazze, piazza Lodi e piazza Giovanni XXIII, poi pian piano ci concentreremo sugli edifici, creando un programma che impatti il meno possibile sulle attività scolastiche, in particolare nell’ex chiesa di San Francesco. La consegna dei lavori è prevista entro il 2027, se tutto andrà come deve. Allora sì, potremo dire di aver cambiato il volto della città».
Al progetto Giovani in centro partecipano le associazioni di categoria, quelle culturali e l’intera comunità cittadina. Tuttavia, alle prime riunioni qualcuno ha fatto notare l’assenza proprio dei giovani: «In realtà rappresentanti giovanili nei vari gruppi di lavoro ci sono, al fianco degli adulti — continua l’assessore —. La progettazione è affidata a quattro tavoli tematici: culture giovanili e coinvolgimento attivo dei giovani; modelli organizzativi e gestionali (sostenibilità); inclusione sociale e lavorativa; integrazione fra le azioni e relazione con la città (integrazione e interdipendenza). Ogni gruppo conta una decina di associazioni, con un rappresentante ciascuna. A questo organigramma abbiamo aggiunto un gruppo giovani, chiedendo a ogni associazione di indicare un nominativo. È nato così un team di quindici under 30 incaricati di portare idee e suggerimenti, attingendo anche da realtà come le consulte studentesche».
Emanuele Ascolese, presidente della Consulta interuniversitaria, spiega: «Il nostro compito dovrebbe essere quello di indicare contenuti e opportunità pensate per chi ha meno di trent’anni. L’hub dei giovani dovrebbe diventare un luogo di aggregazione e un laboratorio di socialità».
«Il gruppo si è costituito a inizio estate e, per ora, abbiamo lavorato partendo da alcune domande guida a supporto dei temi proposti, in vista dell’allestimento e della progettazione degli spazi di San Francesco — aggiunge Chiara Valenti, anche lei della Consulta interuniversitaria —. Parallelamente si sta sviluppando un quinto gruppo, dedicato esclusivamente a studenti delle superiori e universitari, con l’obiettivo di far conoscere l’iniziativa e di filtrare le riflessioni maturate negli altri tavoli».
Carlo Alberto Chiavegato, della Consulta provinciale degli studenti, osserva: «Ci hanno chiesto di lanciare idee e immaginare occasioni per rendere questo progetto visibile e partecipato. È stato molto interessante visitare gli spazi destinati all’hub dei giovani. L’idea di fondo è che l’intero comparto possa diventare un punto di riferimento per noi ragazzi, un luogo dove ritrovarsi e fare gruppo».
E l’assessore Burgazzi conclude: «Gli spazi di housing sociale vogliono offrire opportunità abitative ai giovani, affinché non lascino la città e possano costruirsi prima una rete di relazioni e poi anche un percorso lavorativo. Giovani in centro cerca di immaginare un futuro diverso e positivo rispetto a quello che tanti oggi delineano come inquietante e buio».
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