L'ANALISI
21 Agosto 2025 - 19:11
CREMONA - Entrano alla spicciolata, sono nelle aule: due, tre, al massimo una decina di studenti, pronti a giocarsi il tutto per tutto. Ma c’è anche chi si è dimenticato di avere l’esame di recupero ed è stato prelevato da casa da mamma e papà e condotto a scuola. Una consegna a domicilio, per non perdere l’anno. Curiosità dal mondo sommerso degli studenti che dovranno giocarsi la promozione all’anno scolastico 2025/2026 la prossima settimana, affrontando quelli che un tempo erano chiamati esami di recupero.
Sono 1.322 i ragazzi cremonesi che hanno avuto uno o più debiti. Al classico Manin sono solo 13, il 7% del totale, alle prese con latino, greco, matematica e inglese; al linguistico 51, il 10% degli iscritti.
All’Aselli il 10% dei ragazzi ha l’esame a settembre: la materia più gettonata è matematica e, da professore di matematica, Alberto Ferrari, preside dello scientifico, commenta: «Le strategie di recupero sono messe in atto, ma la matematica ha bisogno di costanza e determinazione e non sempre ciò è facile da ottenere. Nell’ambito di un’azione educativa, la rigidità si spiega in prospettiva delle prove di maturità, che spesso sono ostiche; per questo è meglio allenarsi prima, come dire, cercare di preparare un terreno capace di affrontare gli imprevisti».
Fra i dati dei rimandati a settembre spicca il 43,6% del Ghisleri, per un totale di 281 studenti, e in merito la preside Lorenza Badini confessa: «Quando ho visto il dato mi sono stupita io stessa, sono qui da un anno — spiega —. Ma riflettendo e avendo vissuto le fasi dello scorso anno di lezioni, posso dire con certezza che tutte le strategie sono state adottate per il recupero e chi arriva con uno o due debiti vuol dire spesso che ha recuperato una situazione ben peggiore. C’è da dire che sempre più spesso ci rendiamo conto di come i nostri ragazzi, messi a confronto con le esperienze di Pcto in ambito lavorativo, dimostrano doti che non necessariamente esprimono nello studio logico-matematico. Questa è una riflessione da fare, insieme a quella che la scuola offre opportunità di recupero, ma sta alla responsabilità dei ragazzi e delle famiglie cogliere le occasioni offerte. Certo, le differenti intelligenze non possono essere valutate solo con un approccio logico-matematico».
All’indirizzo tecnico del Torriani un quarto degli iscritti ha almeno un debito a settembre, all’ex Apc la percentuale dei giudizi sospesi è del 22,5% e al liceo del 13,3%. «I ragazzi vengono accompagnati nei percorsi di recupero — spiega la preside, Simona Piperno —. I corsi di recupero hanno diverse modalità nel corso dell’anno, ma sono gli sportelli didattici a riscuotere un interesse particolare, perché richiesti dagli stessi ragazzi e quindi attivati a seguito di una necessità di aiuto. Per raggiungere tale consapevolezza, il Piano di prevenzione della dispersione scolastica mette in atto una serie di prove strutturate a inizio anno atte a misurare le competenze in entrata. Una volta conosciuto il livello, si lavora per portare la classe alle stesse condizioni di partenza e poi si monitora la situazione di volta in volta. Questo vale per le classi prime, ma anche per le seconde, in previsione dell’Invalsi, e per le terze, nel delicato passaggio dal biennio al triennio».
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