L'ANALISI
21 Agosto 2025 - 05:05
CASTELVERDE - L’unione fa la forza anche a scuola: con la nuova campanella che suona il 12 settembre, l’istituto comprensivo Ferrari di Castelverde assorbe le scuole di Casalbuttano, Robecco, Corte de’ Cortesi e Bordolano. Quelle che fino ad oggi facevano capo a Casalbuttano e che la forbice del ministero ha tagliato per mancanza del numero minimo di iscritti (600).
Il Ferrari, dunque, con 1.600 alunni, 23 tra asili, elementari e medie sparsi in dieci Comuni, diventa il più grande della provincia. Un gigante che se da una parte infiamma di orgoglio i sindaci, dall’altra regala proprio a loro maggiori criticità nella gestione dei servizi, dal trasporto alla mensa, passando per l’accoglienza anticipata. Dieci Comuni, dieci sindaci, tante teste, tante idee: il problema è metterle d’accordo tutte e sempre e assecondare soprattutto le esigenze delle famiglie, che non è affatto impresa facile.
«Nell’anno scolastico 2023/24 – annota la dirigente Susanna Rossi – l’istituto contava 730 alunni in soli otto plessi. Poi, nell’anno scolastico in corso ne abbiamo accolto altri cinque con i loro 400 alunni circa. Il primo settembre si aggiungeranno gli otto plessi di Casalbuttano con poco meno di 600 alunni. Non nascondo che la complessità di un sistema più grande richiede maggior impegno da parte di tutti, ma è pur vero che si tratta anche di maggior ricchezza professionale per quanto riguarda il personale, più menti da sollecitare e crescere fra gli alunni, più persone da accogliere per tutti. E tutto questo rende più interessante ciò che si fa. L’augurio – conclude Rossi – è che l’istituto non diventi soltanto grande per le sue dimensioni, ma anche per le occasioni e le opportunità che offre».
«Castelverde è stato scelto come istituto comprensivo da incrementare – spiega il sindaco Graziella Locci – perché non aveva problemi e per il nostro Comune questa decisione richiede grande senso di responsabilità in quanto nell’accorpamento ci sono aspetti positivi, come la riduzione dei costi di gestione e la possibilità di avere accesso a risorse e fondi maggiori, migliorando la qualità dell’istruzione e offrendo una gamma più ampia di corsi e attività extracurricolari. Inoltre, la gestione può essere più efficiente con una migliore e puntuale pianificazione». Prosegue Locci: «Per raggiungere questi obiettivi ci vuole un po’ di rodaggio e nell’immediato dovremo monitorare situazioni come la possibile perdita di identità e quel senso di comunità che magari l’istituto di Casalbuttano aveva e avrebbe voluto mantenere; la dirigente avrà quindi il compito di pianificare e tenere sotto controllo tutte queste scuole di un territorio che si fa molto più vasto, con numeri maggiori anche nel corpo insegnanti e nel personale non docente. E si porrà anche la questione dei collegi docenti: alcuni si potranno fare online, ma quelli in cui si dovrà deliberare servirà la presenza e con numeri così grandi dovremo pensare a location capienti come la palestra. Insomma onori, ma anche oneri e dunque conto molto sulla collaborazione dei colleghi, con i quali ho un ottimo rapporto per rispondere al meglio ai problemi relativi alla gestione, ai trasporti e alle spese che dovremo affrontare per facilitare lo svolgimento dei servizi».
Sulla stessa lunghezza d’onda la sua vice e assessore all’Istruzione, Cinzia Vuoto: «Una comunità scolastica che diventa più grande – afferma – riesce a garantire maggiori servizi; ovviamente nasceranno problemi nella gestione, ma questo succede in tutte le comunità grandi; l’importante è sapersi organizzare e deve esserci tra Comuni, insegnanti, scuola e famiglie la volontà di collaborare. Verrà chiesto uno sforzo anche ai genitori, ai quali si chiede disponibilità al confronto e capacità di adattamento. In settembre verrà condiviso inoltre da tutti i Comuni, che si sono già riuniti più volte, un nuovo protocollo d’intesa, un insieme di regole specifiche che serviranno per attuare tutti gli interventi che fanno parte dell’offerta formativa del piano dei servizi dell’istituto. Attraverso questo strumento, che sarà attivo per tre anni, da settembre fino al 2028, verranno stabilite una serie di modalità operative che ogni Comune potrà declinare in base alle proprie esigenze».
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