L'ANALISI
20 Agosto 2025 - 21:01
SORESINA - Un gioco o, forse, qualcosa di più. Anzi, di certo: uno sfogo e anche una terapia. Senza sorpresa si parla della Zucchi Falcina di Soresina e, sempre senza mirabolanti colpi di scena, i protagonisti della bellissima storia sono le centinaia di nonni che vi abitano. Sotto i riflettori? La lingua vernacolare di Cremona, dalla città ai paesi. Stavolta più efficace di un’aspirina, delle parole crociate e anche di un test del Mensa. Si chiama ‘La Ruota dei Proverbi’ ma non la trasmette Rete4 e non la conduce Cecchi Paone.
Non è una trasmissione ma un laboratorio, uno dei tanti, che i giovani di una volta, oggi inquilini di via Gramsci, conducono giornalmente. Questo è settimanale e fa appunto parte del macro-contenitore ‘Giovedì special’ in cui si testano progetti e programmi speciali dedicati agli interessi degli ospiti. Il coinvolgimento delle persone che prendono parte attiva al laboratorio è punto di partenza indispensabile per un lavoro di gruppo che possa portare i suoi frutti da un punto di vista terapeutico e questo alla Zucchi Falcina lo hanno capito da tempo.
Ecco allora che se si parla di memoria, di socialità, di scambio, di ricordo, di collegamenti e di tradizione nulla può aver maggior valore del nostro dialetto. Vissuto col ‘Gira la Ruota’, con al posto dei premi in denaro parole come ‘curtei’, ‘peer’, ‘nèbia’, ‘néef’, certificati dal codex massimo, ‘Proverbi cremonesi di campagna e di città’ scritto da Paolo Brianzi.
I nonni? Entusiasti. Il gioco delle traduzioni, la bellezza dello scoprire le piccole varianti non solo provinciali, persino campaniliste o rionali, ha entusiasmato la platea e disegnato un momento in cui la storia anima chi la conosce.
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