L'ANALISI
19 Agosto 2025 - 19:07
CREMONA - L’economia del territorio sta affrontando una fase che, dice la Uil, è «da monitorare con attenzione». I primi mesi del 2025, a Cremona, hanno visto un aumento impressionante di ore autorizzate per la cassa integrazione: secondo il Rapporto Uil Lombardia sul primo semestre di quest’anno, l’incremento rispetto allo stesso periodo del 2024 ha raggiunto quota 80,5%. E le cose sono andate peggiorando con l’avvicinarsi dell’estate; tant’è vero che nel mese di giugno, l’incremento congiunturale (cioè rispetto a maggio) delle richieste sarebbe stato ancora più ripido, con un’impennata del 202,3%. In altre parole, triplicate nel giro di una trentina di giorni.
Il fenomeno non è nuovo, ed è fisiologico che, man mano che l’estate si avvicina, le richieste di cassa integrazione si facciano più intense. Tuttavia, colpisce il fatto che, mentre a Cremona la Cig a giugno ha iniziato a galoppare, in Lombardia il ritmo è rallentato: nel secondo trimestre, infatti, le richieste sarebbero scese del 5% rispetto a maggio. Con incrementi concentrati in alcuni ambiti specifici: a livello lombardo, infatti, l’aumento di richieste che salta all’occhio è legato ai trasporti (322,3%), seguito dai servizi (185,5%) e dall’agro‑alimentare (178,3%). In questo contesto, Cremona (insieme a Lodi e Brescia) costituisce un’infelice eccezione. Il dato congiunturale degli ultimi tre mesi del semestre, infatti, riporta un segno meno per quasi tutte le province. A crescere sono solo Mantova e Cremona.
Va fatta, però, una precisazione: il fatto che Cremona abbia assistito a uno degli incrementi più importanti della regione nel mese di giugno non significa che la provincia primeggi nel bacino delle richieste. La maggior parte di queste, infatti, viene da Brescia (precisamente il 28,5% del totale lombardo), seguita a breve distanza da Bergamo (20,9%), Milano (17,2%), Varese (14,1%) e Como. Anche se la situazione peggiora, dunque, la quota di richieste cremonesi sul totale lombardo si mantiene contenuta.
Tornando ai dati semestrali e tendenziali, il rapporto Uil segnala che il maggior numero di ore autorizzate a Cremona si è concentrato nell’ambito del comparto industriale, con un incremento dell’89,7% rispetto allo stesso periodo del 2024. L’edilizia, al contrario, ha dato segnali di ripresa, per cui le ore autorizzate sono addirittura diminuite (‑14,8%). Resta, invece, invariato il quadro degli altri settori dell’economia locale.
E se da un punto di vista degli incrementi congiunturali Cremona ha sperimentato un picco di richieste anomalo in Lombardia, il dato tendenziale dice che la provincia resta in buona compagnia, pur restituendo dati che suscitano indiscutibile preoccupazione. L’incremento più importante a livello tendenziale riguarda la provincia di Lodi che, rispetto al primo semestre del 2024, tra gennaio e giugno 2025 avrebbe avuto più del doppio delle ore di cassa integrazione autorizzate (+156,5%). Cremona si aggiudica un preoccupante secondo posto, seguita da Brescia (+45,8%), Sondrio (+39%) e Lecco (+29,7%). In fondo alla classifica ci sono le due sole province in cui le ore autorizzate sono diminuite rispetto all’anno scorso: Mantova (‑2,1%), nonostante gli importanti incrementi registrati a giugno, e Varese (‑5%).
«In questo contesto — scrive in conclusione la Uil — è imprescindibile ridare capacità di spesa ai lavoratori, rafforzando il salario reale attraverso strumenti contrattuali, fiscali e sociali».
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