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CREMONA. NELLE AULE DI GIUSTIZIA

Condanna: campione di Reining sospeso

Dopo la sentenza: 2 anni e 3 mesi per aver picchiato un cameriere alla Pedavena

Francesca Morandi

Email:

fmorandi@laprovinciacr.it

28 Luglio 2025 - 21:20

Condanna: campione di Reining sospeso

CREMONA - Il 9 giugno scorso, Fabio e Vittorio De Iulio, zio e nipote napoletani di 42 e 23 anni, cowboy di spicco nel mondo del Reining, a Cremona sono stati condannati a 2 anni e 3 mesi di reclusione ciascuno, per aver massacrato di botte e minacciato un cameriere de La Fabbrica Pedavena, il 16 novembre del 2021. E solo perché non arrivava il tiramisù. Nel tentativo di salvare il cameriere, la collega si era presa un paio di calci nelle costole. Le vittime erano parti civili con gli avvocati Luca Curatti e Annalisa Sinelli.

In seguito alla condanna, ora Vittorio De Iulio, campione del mondo in carica nel Reining (oro individuale e argento a squadre) è stato sospeso dalla Federazione internazionale di Reiners (National Reining Horse Association: Nrha). Ne dà notizia sui social Horse-Angels (la voce per chi non ha voce), Odv che si occupa di salvare cavalli provenienti da sequestri, maltrattati, abbandonati o in difficoltà, cercando per loro una nuova casa tramite l’adozione responsabile.

La notizia rilanciata da Horse-Angels: «Il 21 luglio 2025, sul portale ufficiale Nrha accessibile ai soli membri, è stato inserito il nome del campione del mondo, con la motivazione ‘Court of Law Convinction’. Alla registrazione del provvedimento è associata la seguente sanzione: ‘Divieto di partecipare a eventi Nrha, sospensione di ogni privilegio associativo, interdizione dall’accesso ai campi di gara’».

Ad oggi, rimarca la Odv, «un deferimento alla Fise presentato da terzi non ha ancora prodotto alcun esito disciplinare noto, verosimilmente in quanto la vicenda non è connessa all’attività sportiva con i cavalli». Horse-Angels «ribadisce l’importanza di un allineamento etico tra i comportamenti personali e i ruoli istituzionali nello sport equestre, dove il rapporto con l’animale richiede equilibrio, autorevolezza e rispetto. La condotta fuori dal campo non può essere considerata irrilevante quando si rappresentano pubblicamente valori educativi e si gestiscono binomi umano-cavallo in contesti formativi e competitivi».

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