L'ANALISI
23 Luglio 2025 - 17:28
CREMONA - ‘Immaginario processo’. Potrebbe essere il titolo di un suo nuovo romanzo. Invece, è la frase utilizzata dal giudice nella motivazione della sentenza di condanna - in primo grado - a 2 anni e 9 mesi di Andrea Guizzardi, avvocato-scrittore di romanzi e poesie, accusato di aver confezionato una montagna di atti giudiziari falsi con le firme a penna false di giudici del penale e del civile: toghe (anche onorarie) di Cremona, Milano e della Corte di Cassazione che hanno disconosciuto poi le firme.
Storia di decreti, sentenze, ordinanze, verbali di sommarie informazioni testimoniali (sit) e verbali di pignoramento. Atti con l’emblema e l’intestazione ‘Repubblica italiana’ oppure ‘In nome del popolo italiano, Tribunale ordinario di Cremona’, ‘Tribunale ordinario di Milano, sezione Terza Civile’, ‘Ufficio Sorveglianza di Milano, il Magistrato di Sorveglianza’. Guizzardi esibiva le copie ai clienti (gente che si è fidata, perché non mastica la materia), a mo’ di prova per rassicurarli su procedimenti in corso o cause vinte. Senza, peraltro, guadagnarci un euro. Il legale che da scrittore ha incassato numerosi premi in giro per l’Italia, a Cremona ha incassato la condanna anche per patrocinio infedele e l’interdizione dall’esercizio della professione «per la stessa durata della pena principale inflitta».
‘L’immaginario processo’ imbastito da Guizzardi. È il caso di un cliente che in seguito a un incidente stradale, si rivolge all’avvocato perché faccia causa «alle strutture mediche» che, a suo dire, lo hanno curato male. Il legale si muove su due fronti: penale e civile.
Il fronte penale. Anni 2018-2019. «In atti sono documentati una serie di verbali sit», annota il giudice nella motivazione della sentenza (21 pagine). I verbali sono a firma di un pm (all’epoca a Cremona) nei confronti di sette medici — per lo più radiologi e ortopedici — che hanno avuto in cura il paziente. E sempre «in atti sono documentati tre decreti di citazione diretta a giudizio per l’udienza del 31 maggio 2018 e per quelle successive» nei confronti di sei camici bianchi. Il pm li accusa di lesioni personali colpose. Nell’ ‘immaginario processo’ di Guizzardi, i medici poi finiscono al banco degli imputati. Seduto davanti al pc nel suo studio, l’avvocato fabbrica un atto (30 aprile 2019, la data). Gli serve per «chiedere al Tribunale l’assegnazione di un acconto sul risarcimento del danno in prospettiva della propria costituzione di parte civile nell’interesse del cliente». L’istanza viene però rigettata da un altro giudice (atto e firma falsi). Intanto, l’ ‘immaginario processo’ comincia. Ma «alla luce della costituzione di parte civile», il giudice rinvia la prima udienza per consentire alle compagnie assicurative chiamate come responsabili civili, di costituirsi in giudizio. Decreto di rinvio e firma sono falsi. Lo stesso giudice emette poi un provvedimento (14 ottobre, la data) con cui si assegna al cliente di Guizzardi una provvisionale di 300mila euro (atto e firma falsa della toga). Nella fucina dei falsi, c’è anche una mail. L’ha mandata «apparentemente» la compagnia assicurativa all’avvocato Guizzardi per «confermare la disponibilità a pagare 100mila euro di acconto disposto con ordinanza del Tribunale». Si precisano le modalità di pagamento: «Assegno circolare intestato al cliente che sarà emesso il 27 novembre del 2019 e spedito, a mezzo raccomandata assicurativa, nei giorni immediatamente successivi all’indirizzo del suo studio». Il 12 dicembre, il giudice condanna l’assicurazione a pagare una provvisionale di 450mila euro a favore del cliente di Guizzardi. E con provvedimento del 10 gennaio 2020, il Tribunale condanna le compagnie assicurative a pagare al cliente 900mila euro. Tutto falso.
Il fronte civile. Guizzardi tira in ballo tre ignari giudici della Corte di Cassazione. Le assicurazioni hanno fatto ricorso contro le ordinanze del Tribunale di Cremona e della Corte d’Appello di Brescia. Ma gli ermellini lo respingono (atto e firme false), «ordinando il pagamento mediante assegni circolari da versare nella cancelleria del Tribunale di Cremona». E proprio nella cancelleria viene a galla la magagna. È il 5 febbraio 2021. Il cliente ha già mollato Guizzardi. In cancelleria si presenta con il nuovo avvocato per incassare gli assegni. Il legale ha un provvedimento - lo ha emesso e firmato una giudice l’anno prima — con il quale vengono assegnate le somme pignorate a terzi - le banche di appoggio delle assicurazioni per 300mila euro a testa, più 10mila a favore del legale. In cancelleria si cerca il ‘vero’ provvedimento. Non esiste. Il giudice disconosce documento e firma. E tutto il castello di carte false viene giù.
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris