L'ANALISI
11 Luglio 2025 - 19:12
CREMONA - «Non so», «non ricordo», «sono passati troppi anni». Frasi ascoltate più e più volte oggi in Tribunale, al processo che vede quattro ex buttafuori del Juliette96 — il ristorante-discoteca alle porte della città — accusati di aver pestato un cliente ubriaco, finito in ospedale con un trauma cranico, il naso fracassato e la frattura dell’omero: 30 giorni di malattia.
È accaduto la notte del 7 dicembre del 2019, al termine di una cena aziendale. Antonio, 37 anni, milanese di origine, magazziniere in un’impresa del Cremonese, litigò con la sua fidanzata per «gelosia». Aveva bevuto parecchio. Secondo la difesa dei buttafuori, fu portato fuori, perché «ubriaco», era fuori di sé «e aveva una bottiglia in mano».
Il cliente venne aggredito o inciampò, sbattendo la faccia a terra? Oggi, al processo nel quale Antonio è parte civile con l’avvocato Raffaella Buondonno, tre dei quattro testimoni avevano dimenticato tutto o quasi. Erano i testi del pm. I carabinieri li avevano sentiti pochi giorni dopo i fatti, la loro memoria era fresca. Cinque anni e mezzo dopo, nebbia.
Il pm onorario li ha incalzati una, due, più volte. «Non ricordo». «Le contesto...». Una teste è stata ammonita sul reato di falsa testimonianza. Schermaglie tra la pubblica accusa e gli avvocati Massimo Nicoli e Gian Andrea Balzarini, difensori dei cinque imputati. Sì, cinque, perché oltre ai quattro ex buttafuori (hanno 57, 54, 30 e 29 anni), l’ex gestore del locale deve difendersi dall’accusa di favoreggiamento personale: avrebbe eluso le indagini dei carabinieri, consegnando i filmati di una telecamera e non di un’altra. E avrebbe ‘lavorato’ sulle immagini, restringendo il raggio di azione del presunto pestaggio.
Cinque anni e mezzo fa, uscito dal coma farmacologico, Antonio fu trasferito in Ortopedia.
Quella notte, la sua fidanzata chiamò un taxi. «Sinceramente non mi ricordo proprio niente. Non mi ricordo quello che ho fatto ieri», ha premesso il tassista che per mestiere, di persone al Juliette ne porta molte e molte le va a riprendere. Sotto il fuoco di fila delle domande del pm, il teste si è ricordato «che il compagno della donna veniva verso il mio taxi con la camicia insanguinata. Mi sembra che mi abbia detto che lo avevano picchiato i buttafuori».
Quel 7 dicembre al Juliette 96 c’era una ragazza con i suoi amici. A fine serata, la comitiva stava andando all’auto. Sentita poi dai carabinieri, raccontò. Oggi, buio. Il giudice: «Posso capire che i fatti siano del 2019, ma se uno vede una lite?». Il pm: «Ricorda?». «No. Non mi sono interessata di preoccuparmi di quella scena». L’avvocato di parte civile: «Vorrei capire che cosa si ricorda esattamente della scena».
Pressata dalle domande, la testimone ha ripescato qualche ricordo nella sua memoria. «Stavo uscendo dal locale e c’erano queste tre persone che stavano litigando: il buttafuori e uno o due ospiti del locale. Io e i miei amici ci siamo fermati un po’ a guardare, ma il tempo di raggiungere la macchina. Se ho visto un contatto fisico? So che urlavano. Il buttafuori cercava con le mani di fermare l’altra persona che era ubriaca». La teste ha mimato il gesto.
Più precisa l’ex cassiera del locale. «Ero in cassa all’ingresso. L’unica cosa che mi ricordo è che i buttafuori hanno accompagnato fuori dal locale questa persona che era particolarmente agitata. Era talmente ubriaca che l’ho vista inciampare da sola davanti al bancone della cassa. È caduta, secondo me ha battuto il naso». «E le lesioni alla spalla?», ha rilanciato il pm. «Magari cadendo».
Il pestaggio sarebbe avvenuto fuori dal locale che ha due telecamere. Secondo l’accusa, «per eludere le investigazioni dei carabinieri del Nucleo operativo e Radiomobile dei carabinieri», l’ex gestore avrebbe messo loro a disposizione «una chiavetta Usb contenente i file video manipolati e i video ripresi dalla sola telecamera n. 13, omettendo di fornire immagini di un’altra telecamera funzionante nel locale, provocando una negativa alterazione del contesto fattuale all’interno del quale le investigazioni stesse e le ricerche si sarebbero potute svolgere». Il 6 ottobre si tornerà in aula.
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