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CREMONA. NELLE AULE DI GIUSTIZIA

Nell'auto con l’ex moglie 'armato' di benzina e accendino: condannato a 1 anno e 6 mesi

Matrimonio a rotoli per la ludopatia del 62enne. È stato riconosciuto colpevole di atti persecutori. Voleva «solo spaventarla», ha detto. L’aveva minacciata anche via WhatsApp: «Ti metto sulla sedia a rotelle così non ballerai più»

Francesca Morandi

Email:

fmorandi@laprovinciacr.it

07 Luglio 2025 - 19:43

Minaccia l’ex moglie con benzina e accendino: condannato a 1 anno e 6 mesi

CREMONA - Un matrimonio mandato a rotoli dalla ludopatia del marito, sfociato in una accusa per stalking e sequestro di persona, e, oggi, nella condanna dell’uomo a 1 anno e 6 mesi, al termine del processo con rito abbreviato dal gup. Il reato di sequestro di persona è stato assorbito in quello di atti persecutori.

Emessa la sentenza, l’ex marito, 62 anni, è stato riportato in carcere. Muratore a Milano, a Cà del Ferro c’è dal 12 marzo scorso. La sera, mentre l’ex era andata a una lezione di ballo, lui si era nascosto nel bagagliaio dell’auto di lei (aveva le chiavi). Si è infilato dentro con un vasetto di vetro pieno di benzina.

L’ha aspettata e quando la donna è salita in macchina e si è messa al volante, lui, è scritto nel capo di imputazione, l’ha afferrata per i capelli con violenza, urlandole: «Vai dove ti dico io che ho la benzina e l’accendino e ti brucio»; «Tanto sono già rovinato, non ho più niente da perdere, ti ammazzo e ti brucio». L’uomo è poi balzato sul sedile anteriore, in una mano la benzina, con l’altra ha afferrato per la giacca la vittima, obbligandola a guidare sino a una stradina di campagna. E qui, per l’accusa, ha continuato a minacciarla, agitando il vasetto, tanto che la benzina è in parte uscita, finendo sui vestiti, sui capelli e sull’occhio destro dell’ex moglie, causandole bruciore. E sempre sotto la minaccia di farle del male, l’ha obbligata a consegnargli lo smartphone. L’uomo ha controllato i messaggi Whatsapp, ne ha cancellati alcuni minacciosi che le aveva mandato in passato.

Approfittando di un momento di distrazione dell’ex marito, la vittima è uscita dall’auto. Si è messa ad urlare, ha chiesto aiuto. Lui l’ha rincorsa, l’ha afferrata di nuovo per i capelli, tirandola, con forza, verso di se e l’ha ancora minacciata di buttarla in un fosso lì vicino. Infine, dopo essersi in parte calmato, l’ha di nuovo minacciata: «Tanto so che domani vai dai carabinieri a denunciarmi, vai vai che poi comunque ti ammazzo e se anche mi mettono in galera, quando esco ti vengo a cercare e ti ammazzo».

Dai carabinieri lei è corsa subito e lui è andato in galera.

Nell’interrogatorio di garanzia, l’uomo aveva spiegato che «la sua intenzione era soltanto di spaventare l’ex moglie», ha riferito l’avvocato Annamaria Petralito, difensore dell’uomo con il collega Luca Genesi. Ma c’è dell’altro. Prima dell’episodio del 12 marzo, per l’accusa durante il mese di febbraio, l’imputato aveva più di una volta minacciato su WhatsApp l’ex moglie, appassionata di ballo.

Le minacce: «Le avrebbe fatto fare una brutta fine e l’avrebbe ridotta su una sedia a rotelle: ‘Visto che ti piace ballare, ti metto sulla sedia a rotelle così non ballerai più, ti faccio vedere io che prima o poi…’». «Si tratta solo di due episodi, mentre lo stalking dovrebbe essere reiterato e comportante la modifica delle condizioni di vita, che secondo me non sussistono. Perché la signora è andata a lavorare, frequentava le amiche, andava a ballare», ha sostenuto la difesa.

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