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CREMONA

Sottrazione internazionale di minore, mamma condannata a un anno

Maria fugge in Belgio con il bambino per sottrarsi a un compagno violento: «Non l’ho denunciato per proteggere nostro figlio». Annuncia il ricorso in appello e racconta la sua battaglia tra paura e tutela familiare

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

04 Luglio 2025 - 19:54

Condannata  a un anno per sottrazione internazionale di minore

Il tribunale di Cremona

CREMONA - «Quanto mai non l’ho denunciato. Era un uomo violento». Si dispera Maria (nome di fantasia, ndr), 40 anni, mamma di un bimbo che va per gli 8. Il giudice l’ha appena condannata a 1 anno (la stessa pena chiesta dal pm) per sottrazione internazionale di minore. Il 18 agosto del 2021, «terrorizzata» dal compagno «violento», è volata in Belgio, suo paese d’origine, dove lavorava (e tuttora lavora) nella società di famiglia. Negli anni di convivenza, lei dal Belgio ha sempre fatto su e giù, portandosi il bimbo. Quando quattro anni fa è partita, il padre, oggi 45enne, sapeva che il figlio era in Belgio. «La mamma non si era nascosta in qualche parte del mondo». E, difatti, in Belgio era volato anche lui per il compleanno del bimbo. Era il 25 ottobre, venti giorni dopo aver denunciato l’ex compagna, che ora deve risarcirgli i danni: una provvisionale di 5mila euro.

Aula penale, 14.30 di oggi. In aula ci sono i genitori «in guerra» del bimbo. L’avvocato di parte civile, Annunziata Flagiello di Parma, chiede 25 mila euro di risarcimento, di cui 10mila di provvisionale. Li chiede per i danni patrimoniali: «Le spese sostenute per i viaggi in Belgio e per i pernottamenti in un B&B». Soprattutto per i danni morali, perché «ad un certo punto, il padre è stato privato del rapporto con il proprio figlio per scelta esclusiva della madre che, interrotta la relazione, ha agito in autonomia, senza il consenso del padre di trasferire il bimbo in Belgio. Un bimbo che non aveva compiuto neanche 4 anni, strappato non solo al padre, ma a tutto il contesto familiare: il bambino è nato qui, andava all’asilo, aveva una rete familiare. Per otto mesi il padre non ha potuto stare con il figlio e i danni li ha avuti anche il bimbo».

Maria viene condannata con il beneficio della sospensione condizionale della pena. La condizione è che entro sei mesi versi i 5 mila euro di provvisionale al padre di suo figlio. Il giudice tra 45 giorni depositerà la motivazione della sentenza. La mamma non si arrende: ricorrerà in appello. 

avvocato

«Questo procedimento è un affluente di un corso d’acqua ben più ampio», arringa l’avvocato difensore Marialuisa D’Ambrosio. Il legale contestualizza la vicenda, parla di «comportamenti violenti» dell’ex compagno verso Maria. Il 16 agosto del 2021, lei corre «terrorizzata» dai carabinieri. «E perché è così terrorizzata? Perché lui le diceva: ‘Sei una persona di ..., ti auguro la morte, era meglio che abortissi’». Maria era salita in auto, «lui tirava calci alla portiera. 'Ti spacco le gambe'». In caserma il carabiniere le dice: «O fa una deposizione spontanea o la denuncia». Maria non lo denuncia. Nelle parole del difensore risuona l’allarme ‘Codice rosso’. «Ce ne occupiamo tutti i giorni, diciamo alle donne, alle madri, di mettersi in sicurezza».

Maria, «non lo ha denunciato, ha messo in secondo piano questa aggressione per dare più importanza al bambino». Maria, «una donna che si sente sotto minaccia, remissiva, ma autonoma e coraggiosa, si allontana da lui e mette in sicurezza il figlio per non farlo assistere a queste scenate». Va in Belgio. «Una vacanza programmata; la discussione era sulla data del rientro, non sulla partenza». Per tre giorni, il papà non sente il bimbo al telefono. «Parliamo di un bimbo di tre anni. Lo trascini al telefono, mentre sta giocando? Tre giorni!»

Mamma e papà sono ai ferri corti. In Belgio, Maria si rivolge al Tribunale, «chiedendo semplicemente la regolamentazione sia finanziaria che personale del bambino». Un errore: «La mamma avrebbe dovuto rivolgersi al Tribunale in Italia». Ma tant’è. «E il padre del bimbo cosa fa? Adotta un comportamento violento — sottolinea l’avvocato D’Ambrosio —. Violenza non è solo insultare. Vuole farle passare guai giudiziari che lei sta attraversando. La vuole vedere al tappeto e la denuncia per sottrazione internazionale di minore: sapeva benissimo dov’era il bambino». La Procura informa le toghe belghe, là il processo viene sospeso. Quando il 22 aprile del 2022 dal Belgio le notificano l’ordine di rimpatrio del figlio, mamma e bimbo sono in Italia da mesi. «Siamo arrivati il 24 di dicembre, vigilia di Natale».

Diploma da ragioniera, Maria intanto ha trovato un lavoro qui. Suo figlio sta con lei. «A lui ci ho sempre pensato io. Il mio ex non mi ha mai dato un euro». 

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