L'ANALISI
04 Luglio 2025 - 05:10
CREMA - L'intelligenza artificiale, ‘addestrata’ come sentinella. Per la sicurezza lungo le strade, certo. Ma anche nelle piazze e nei vialetti dei parchi. Insomma, in ogni porzione di territorio inquadrata dalle telecamere della videosorveglianza. Non un progetto futuribile; ma piuttosto uno sviluppo già dietro l'angolo.
Tanto che, da un mese a questa parte, Consorzio.It, braccio operativo dell’Area omogenea, lavora alla sperimentazione in città, a Castelleone e Pandino. Allo stato attuale, la società partecipata è impegnata nell'attività di preparazione e sul versante delle autorizzazioni, ma entro un mese i tecnici passeranno alla fase operativa. L’obiettivo è istruire le centrali di controllo delle telecamere di sorveglianza, ovviamente pubbliche, a riconoscere autonomamente le situazioni «anomale o potenzialmente rischiose», come spiegano dal quartier generale di via del Commercio.
Il tutto, sfruttando algoritmi creati specificamente per l’analisi delle riprese, così che possano essere trasmessi messaggi d’allerta, in tempo reale, alle forze dell’ordine. In buona sostanza, un controllo capillare, senza la necessità che un operatore in divisa sia costantemente con lo sguardo rivolto ai monitor. Ma non si tratta della sola rivoluzione in chiave di contrasto all’aggressione di una criminalità che, inevitabilmente, preoccupa anche le realtà di provincia.
Sempre Consorzio.It ha infatti avviato la mappatura degli impianti comunali di videosorveglianza dell'intero territorio, per ricavare una sorta di atlante, che ne indichi non solo l’esatta posizione, ma pure lo stato di funzionamento. Lo studio verrà quindi messo a disposizione della prefettura, come viatico all’integrazione delle informazioni garantite dalla telecamere comunali, con quelle fornite dalla rete dei varchi elettronici (gestiti direttamente dalla partecipata).
Ossia la rete di 155 videocamere che, annualmente, vegliano sul transito di una media 195 milioni di veicoli lungo le principali strade cremasche, generando non meno di 14mila allarmi giornalieri, vagliati dalle forze dell’ordine. Segnalando, 24 ore su 24, il passaggio di auto, moto e camion, le cui targhe siano inserite nelle banche dati dei mezzi rubati, o comunque comparsi sulle scene di crimini (nel caso in cui risultino intestati a prestanome). Indicando anche l’assenza della copertura assicurativa, o della revisione obbligatoria.
Il reticolo consta di 77 impianti bidirezionali, installati nei territori di 39 municipalità, per 146mila residenti complessivi. E si tratta di un modello che ha già ‘ingolosito’ la limitrofa provincia di Lodi, con la quale è in corso una «interlocuzione», per l’estensione del sistema oltre il confine dell’Adda. Allo stato attuale, il confronto non va oltre lo studio di fattibilità, ma le premesse — assicurano i bene informati — sarebbero più che incoraggianti. E mentre Consorzio.It supporta pure l’operazione Serate sicure, ai nastri di partenza con l’impiego congiunto di pattuglie di diverse polizie locali cremasche, l’amministratore delegato della società Bruno Garatti, commentando lo sforzo sul versante della prevenzione, non ricorre agli eufemismi: «La sicurezza territoriale richiede, oggi, una strategia condivisa, strumenti integrati e un approccio coordinato tra enti, per ottimizzare le risorse e garantire un presidio più efficace e tempestivo. L’infrastruttura cremasca rappresenta un modello di gestione condivisa e tecnologicamente avanzata. Il nostro ruolo consiste nell’integrazione attraverso piattaforme digitali e nel supporto e gestione centralizzata delle informazioni. E con queste progettualità — l’ulteriore sottolineatura — rafforziamo l’idea che il tema della sicurezza, ormai, non possa più essere affrontato nei limiti dei singoli confini amministrativi».
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