L'ANALISI
28 Giugno 2025 - 19:46
CASTELVERDE - «Per legge non possiamo più assegnare contributi direttamente alle società, ma possiamo invece darli alle famiglie dei bambini iscritti. I problemi interni dell’Ac Castelverde non sono imputabili a noi». È il succo della replica, a tratti pepata, della giunta, allo sfogo di Adriano Arcari, presidente della società sportiva che quest’anno ha deciso di tagliare il settore giovanile perché in cassa non ci sono i quattrini sufficienti per finanziare l’attività dei baby. Vuol dire che in settembre, se vorranno tirare ancora calci al pallone, 130 ragazzini del paese dovranno emigrare in altri lidi e vestire quindi maglie diverse.
Se la coperta si è accorciata, almeno da quello che hanno capito in tanti (forse tutti), per l’Ac Castelverde la colpa sarebbe dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Graziella Locci, che quest’anno, oltre a non garantire più la sovvenzione annuale finora pari a 20mila euro, ha deciso di far pagare l’utilizzo degli impianti sportivi. La filosofia è chiara: quando si usano palestre e campi di calcio, servizi come acqua, luce e gas costano e il Comune non deve rimetterci.
La risposta dell’ente pubblico arriva ancora una volta per bocca dell’assessore allo Sport, Nicola Tinelli, che ribadisce l’impossibilità di devolvere sovvenzioni alle società sportive per le restrizioni imposte dalle norme, ma anche l’impegno a dare un sostegno finanziario ai genitori che pagano per i loro figli la quota di iscrizione per giocare a calcio. «Quello che sta accadendo all’interno della società sportiva non è colpa nostra – rileva il braccio destro del primo cittadino –: il fatto che abbiano tagliato le squadre giovanili denota uno scarso interesse verso di esse, è molto chiaro. Al di là della polemica inutile e sterile che stanno portando avanti e che sta danneggiando tutti, soprattutto le famiglie, come amministrazione vogliamo ribadire che le norme si sono irrigidite e non possiamo più dare soldi direttamente alle società sportive, ma possiamo sostenere le famiglie con una dote sport per l’attività dei ragazzi di età compresa fra i quattro e i sedici anni per tutti gli sportivi residenti a Castelverde che sono iscritti ad una società sportiva come abbattimento retta».
«Inoltre – continua Tinelli – rammento che stiamo investendo risorse pubbliche per ristrutturare e rinnovare le strutture sportive del territorio. Finora sono stati spesi 17.500 euro per l’impianto elettrico del campo di Castelverde e 8.000 euro per l’impianto di irrigazione di Costa Sant'Abramo, entrambe strutture utilizzate dalla società sportiva Ac Castelverde». Morale della favola, le divisioni rimangono e la temperatura del confronto, come se non bastasse quella del meteo, resta calda. In mezzo ci sono loro, le famiglie, ma soprattutto i bambini che hanno tutto il diritto di divertirsi e di crescere anche con i valori che insegna lo sport, in questo caso quello del calcio.
«Non entro nel merito della diatriba che divide l’Ac Castelverde e il Comune – afferma un genitore – e sono certo che entrambi avranno delle buone ragioni per difendere le loro tesi, ma voglio ricordare che a rimetterci alla fine sono i nostri bambini e quindi spero che si raggiunga presto una soluzione».
«Levo tanto di cappello ai volontari che da anni si impegnano per il nostro paese senza ricevere alcun compenso – dice una mamma – e rispetto anche chi, sempre gratuitamente, ha deciso di mettersi al servizio della gente nell’amministrare il paese, ma direi che adesso è venuto il momento di pensare soprattutto ai nostri ragazzi e a cosa fare per loro». Ricca di interesse è la proposta che arriva da un papà: «Ma perchè – si domanda il genitore – non viene organizzata una riunione pubblica in cui si chiariscono una volta per tutte i dubbi e le posizioni? Polemizzare su Facebook e lanciare accuse a destra e a manca lascia il tempo che trova e non serve a nulla. Penso invece che sia più costruttivo e un diritto di tutti sapere il perchè, da una parte e dall’altra, sono state fatte scelte precise che sicuramente avranno un fondamento; litigare serve solo ad allontanarsi sempre di più».
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