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CREMONA. NELLE AULE DI GIUSTIZIA

Bimbo accusa il vicino di violenza sessuale

L'uomo a processo, in aula parla la madre: «Lo affidavo alla famiglia»

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

25 Giugno 2025 - 17:58

Bimbo accusa il vicino di violenza sessuale

CREMONA - Quando mamma e papà uscivano alle cinque del mattino per andare a lavorare, affidavano il figlioletto ai vicini di casa — moglie, marito e due figlie — «come una famiglia». Il bimbo veniva ripreso il pomeriggio, così dal 2019 al 10 aprile del 2023, un lunedì, quando in quella casa la mamma non lo ha più portato. «Mio figlio mi ha detto: ‘Il signore si è tolto i pantaloni e mi ha fatto toccare da qua a qua: quella cosa mi fa schifo». Il ‘signore’, indiano di 53 anni, è accusato di violenza sessuale sul minore «almeno in tre occasioni»: quando il piccolo aveva 6 anni ed era in prima elementare; quando i 7 anni non li aveva ancora compiuti ed era in seconda elementare e quel 10 aprile del 2023: il piccolo era in quarta e aveva 10 anni. L’imputato si difenderà il 3 novembre.

Parte civile con l’avvocato Alessandro Vezzoni, la mamma ha ripercorso quel lunedì pomeriggio. Nella casa dei vicini c’erano padre e figlie. La moglie era in India al matrimonio della primogenita. «Quando l’ho portato il signore era normale, quando l’ho ritirato, ho visto che aveva bevuto. Una volta a casa, mio figlio mi ha detto che il signore si era tolto i pantaloni. ‘Mi ha fatto toccare da qua a qua, una toccata veloce’. Mi ha detto: ‘Quella cosa mi fa schifo’ e che è andato a lavarsi le mani». «Com’era quando glielo ha raccontato?», la domanda del pm Francesco Messina. «Era molto agitato e anche impaurito. Mi ha detto che ‘il signore aveva provato a toccare anche lui, giù, nelle parti intime. Mio figlio è scappato e lo ha riferito alle figlie del signore». Quel pomeriggio, la mamma è corsa dal vicino «a litigare: lui mi ha detto: ‘Non ho fatto niente’». Gliel’ha detto «tante volte». Anche nei messaggi vocali su WhatsApp». Il 17 aprile, la mamma è andata dai carabinieri e lo ha denunciato. Dirà che il vicino «era visibilmente alterato dall’alcol, nel bel mezzo della discussione, lui poi ha cercato di scusarsi per l’accaduto, dicendo inoltre che non si sarebbe verificata più una cosa del genere. Ho anche dei file audio nella mia chat WhatsApp, in cui lui ammette di averlo fatto e si scusa per l’accaduto».

«Suo figlio le ha detto di altri episodi?», ha rilanciato il pm. «Gli ho detto: ‘Stai tranquillo, vado a fare la denuncia’ e lui mi ha detto che era successo altre volte quand’era più piccolo». L’avvocato difensore, Alessio Romanelli, ha incalzato la madre: ha letto un passaggio della querela: ‘Ci tengo a sottolineare che non sono successi altri episodi’. «Il 20 aprile — ha proseguito il legale — lei viene sentita e risponde: ‘Non ho ricevuto altre confidenze da parte di mio figlio. Non gli ho chiesto nulla per non turbarlo, ma confermo solo quell’episodio».

Il pm: «Suo figlio gliel’ha detto prima o dopo la denuncia?». La mamma ha parlato di un viaggio a Piacenza per far visitare il bimbo a una dottoressa. «Era in fase di incidente probatorio, la dottoressa doveva valutare se prima di essere sentito dal giudice, il figlio fosse in grado di rendere testimonianza, quindi dopo la denuncia», ha chiarito il pm. «Prima di questo fatto, a scuola qualcuno le aveva segnalato difficoltà del bimbo», la domanda di Romanelli. «Niente». «Il bambino andava sempre volentieri a casa del signore?», la domanda del presidente del collegio. «, anche quella mattina». La difesa ha chiamato a testimoniare moglie e figlie dell’imputato. La moglie: «La signora portava suo figlio a casa nostra, ha iniziato quando il bimbo aveva 3-4 anni. È sempre venuto volentieri, dalle 5 del mattino alle 3,4, 5 del pomeriggio. Stava con me e con le mie figlie. Giocava anche con mio marito. Se mio marito ha avuto comportamenti inappropriati? No, non ho visto nulla». La figlia più grande ha difeso a spada tratta il papà. «Il bimbo stava con me, mia sorella e con mio papà se non era al lavoro. Comportamenti inopportuni di papà? Mai. Il 10 aprile ero a casa, il bambino è arrivato verso la mattina fino alle 18-19 (la sorella dirà che era arrivato verso le 15.30). È stato con me e con mia sorella. Giocava, a volte diceva che voleva andare a casa. ‘Abbi pazienza’. Io ero lì vicina, non ho visto niente». Il pm: «Lei o sua sorella avete mai ricevuto confidenze del bimbo in ordine a cose successe con il papà? No». All’avvocato Vezzoni, la ragazza ha confermato di essersi rivolta in passato ai servizi sociali contro il padre, «ma per farlo smettere di bere». C’è una relazione, il legale la produrrà.

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