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CREMONA. NELLE AULE DI GIUSTIZIA

Si porta il figlio in Belgio: a giudizio per rapimento

Accusata di sottrazione di minore, la donna si è difesa: «Il padre era aggressivo»

Francesco Gottardi

Email:

fgottardi@cremonaonline.it

20 Giugno 2025 - 18:07

Si porta il figlio in Belgio: a giudizio per rapimento

CREMONA - Sottrazione e trattenimento di minore all’estero: è quanto recita l’articolo 574 bis del quale è imputata una donna di origine belga che oggi è stata sentita dal giudice del tribunale di Cremona. La donna, difesa dall’avvocato Marialuisa D’Ambrosio, è accusata dall’ex compagno di essere tornata in Belgio alla fine della loro relazione e di aver portato con sé il loro figlio, che nell’agosto 2021, periodo a cui risalgono i fatti, aveva tre anni e mezzo.

Una relazione «deteriorata dal tempo» finita nelle aule di tribunale, con la donna sul banco degli imputati, coadiuvata da un interprete perché «capisce l’italiano, ma non riesce a parlare bene»: «Era aggressivo verbalmente – ha raccontato la donna – litigavamo spesso, anche davanti al bambino piccolo. Ho deciso che dovevo andarmene e per i primi tre anni di mio figlio ho girato l’Europa, portando il bambino con me e rientrando in Italia per fargli vedere il padre».

I tentativi di trovare un accordo sulla gestione della separazione e del bambino però non sono andati a buon fine: «Una volta ci siamo visti in un parcheggio di un ristorante, un luogo neutro. E abbiamo finito per litigare, lui nella discussione ha tirato un pugno sul parabrezza danneggiandolo».

A quel punto la donna, che era tornata a risiedere ormai stabilmente in Belgio, si è rivolta a un avvocato locale e ha intentato una causa civile per formalizzare la separazione. «Gli estremi c’erano — ha riferito la legale belga, chiamata dalla difesa a testimoniare in aula –. Il bambino ha la cittadinanza, la residenza e il corrispettivo del codice fiscale belga. Così abbiamo notificato l’avvio del procedimento al padre. Lui non ha mai risposto, ma ci ha contattate la sua legale, annunciandoci che l’uomo aveva impugnato il procedimento sporgendo una denuncia in Belgio. Questo ha bloccato il procedimento civile e, nell’aprile 2022, è arrivato il verdetto che ha dato ragione al padre: il bambino sarebbe dovuto tornare in Italia».

Nel frattempo erano passati mesi, durante i quali avevano trovato un modo per vedere il bambino: «Durante la settimana stava con me in Belgio – ha raccontato la madre – nei weekend lo portavo in Italia o il mio ex compagno veniva a prenderlo per stare insieme». Ma anche questi tentativi di trovare un accordo conciliativo tra le parti per permettere ad entrambi i genitori di vedere il bambino si sono dimostrati inefficaci e il padre ha scelto di denunciare l’ex per sottrazione e trattenimento di minore all’estero.

Una fattispecie che riguarda «chiunque sottrae un minore al genitore esercente la responsabilità genitoriale o al tutore, conducendolo o trattenendolo all’estero contro la volontà del medesimo genitore o tutore, impedendogli in tutto o in parte l’esercizio della responsabilità genitoriale». Al termine del lungo racconto della donna il giudice ha valutato di rinviare la discussione e la lettura della sentenza al 4 luglio 2025.

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