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CREMONA. IL FRONTE DELLA SICUREZZA

«Avete una sigaretta?»: pestato dalla baby gang

E’ successo in via Trebbia mercoledì sera: 24enne in ospedale con la costola rotta

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

20 Giugno 2025 - 20:13

«Avete una sigaretta?»: pestato dalla baby gang

CREMONA - La scusa è sempre la stessa: «Avete una sigaretta?». «No, non l’abbiamo». E la baby gang ha mostrato i muscoli, lo ha colpito con calci e pugni. Uno dei violenti, il 'capetto' della banda, lo ha minacciato: «Non farti più vedere in zona, se no ti ammazzo».

Vittima del brutale pestaggio avvenuto la sera del 18 giugno scorso, mercoledì, tra via Massarotti e i giardini di via Trebbia, è uno studente universitario di 24 anni. I bulli — si dice che siano albanesi e romeni tra i 14 e i 18 anni — gli hanno fratturato una costola sinistra: 10 giorni di prognosi. L’amico che era con lui si è preso quattro ceffoni, prima di allontanarsi per lanciare l’allarme al 112.

I dettagli del mercoledì sera di violenza sono raccontati nelle due pagine di denuncia (per lesioni e minacce) presentata dal 24enne ai carabinieri, che stanno indagando. Sanno chi sono i picchiatori.

La denuncia. Sono le 22.30-22.40. In via Massarotti i due amici hanno appena preso le sigarette in una tabaccheria della zona. Si incamminano in via Trebbia, vicino alla scuola media Virgilio. Qui l’amico ha lasciato la bicicletta, il 24enne la sua auto. Durante il tragitto, all’interno del parchetto l’universitario e l’amico si incrociano con un gruppo di giovani: una decina in tutto, tra i quali una ragazza.

Quei giovani «puzzavano di alcol», preciserà ai carabinieri il 24enne, che con l’amico si allontana una ventina di metri. Uno della banda si avvicina: «Avete una sigaretta?». «No, non l’abbiamo». I due capiscono che non è aria, si allontanano per non avere problemi. Si rinfrescano alla fontana dei giardinetto.

Il violento torna alla carica. «Mi ha chiesto perché prima gli avevo risposto in quel modo. Diventava sempre più aggressivo nei miei confronti, anche se io ho tentato di calmare la situazione». Il bullo lo spinge. L’amico si mette di mezzo e si prende tre, quattro ceffoni senza motivo. A sua volta, il 24enne si mette di mezzo nel tentativo di «bloccare il tutto».

Inutile. Il violento lo afferra per i capelli, glieli tira con forza fino a fargli male. Mentre l’amico si allontana per chiamare le forze dell’ordine, lui viene ancora aggredito e buttato a terra. Subito dopo, arrivano altri tre della gang. ‘Che e cosa sta succedendo?’. Due di loro prendono a calci e pugni il 24enne, che, a terra, si chiude a guscio per parare i colpi. «Mi difendevo come potevo», verbalizzerà nella denuncia.

Riesce ad alzarsi, arriva un terzo della baby gang. Quest’ultimo non ha partecipato al pestaggio. Si preoccupa, chiede al 24enne come sta, lo allontana dai suoi compagni. Ma ancora lui, il capetto della gang, lo minaccia: «Non farti più vedere nella zona, se no finisce male». E sempre lui torna, non molla. «Mi ha detto che gli dovevo pagare la maglietta che gli avevo rotto». Il 24enne riesce finalmente ad arrivare alla sua auto, si rintana dentro, telefona all’amico, che gli dice di raggiungerlo davanti all’oratorio di Cristo Re dove, nel frattempo, sono arrivati i carabinieri.

«BULLI PREPOTENTI, TUTTI SANNO CHI SONO»
Il padre: «Cosa si deve aspettare, prima di bloccarli?»

Si dice «molto arrabbiato, preoccupato e perplesso». Lo è, naturalmente, come padre del 24enne pestato dalla baby gang la sera del 18 giugno scorso. Ma lo è anche come cittadino. «Le forze dell’ordine pare che sappiano chi sono questi bulletti violenti. Lo intuisco, perché a mio figlio sono state mostrate le fotografie». Una banda, è la voce che circola, con «un albanese e un romeno per capetti; un gruppetto che terrorizza la città di Cremona da tempo ormai, in decine di eventi così. Si conoscono i loro nomi», la denuncia-sfogo del padre, professionista in città.

Torna a mercoledì sera, il papà. «Mio figlio si è buttato a terra. Come padre, dico che non so che cosa dobbiamo aspettare prima di intervenire, visto che, lo ripeto, pare che i nominativi di questi ragazzi, di questi bulletti siano noti. Sarebbero gli stessi a cui si attribuirebbero decine di episodi prima di quello avvenuto a mio figlio. L’altra sera mio figlio ha ricevuto dei calci e dei pugni, ha subito una frattura alla costola sinistra, ma poteva subire di tutto, perché quando sei a terra e in quattro, cinque ti prendono a calci, possono colpirti alla testa, lasciarti dei danni peggiori, addirittura ucciderti». Insiste il padre: «Si parla di insicurezza, si cerca sempre di porre rimedio. E, allora, se fosse vero che sono già noti, è davvero inspiegabile come non si sia ancora provveduto ad adottare quello che prevede la legge per evitare che questi possano ripetere quello che hanno fatto, considerando la città come un loro territorio. Un territorio che, tra l’altro, vanno a rivendicare, come hanno fatto con mio figlio, minacciandolo di morte: ‘Questo è il mio territorio, non farti più vedere’».

Si dice «molto perplesso», il padre. «Faccio fatica a mantenere lucidità su quanto accade, non tanto perché si tratta di mio figlio che come qualunque padre, avrebbe poca lucidità nel fare valutazioni su quello che accade al proprio figlio, ma sul rendermi conto di come queste persone siano da tempo conosciute. Questo fa perdere la speranza a tante persone che hanno figli che vengono picchiati, malmenati e rovinati come è successo anche nel fatto de ‘La Ciocco’: il caso del barman vittima di un brutale pestaggio, ferito gravemente al volto e agli occhi con una bottiglia di vetro.

«Non è accettabile per la sicurezza di tutti, per il rispetto verso tutti — conclude il padre del 24enne — . Non ha un senso per la città di Cremona subire un gruppetto di cinque minorenni o poco più che maggiorenni che davvero credono che sia la loro città e fanno tutto quello che vogliono».

Il genitore precisa che «non è questione di vendetta, di superare quelli che sono i limiti della legge, però si chiede che venga applicata la legge, una volta che si conoscono i responsabili, nel massimo rigore, perché non è la prima volta e il rischio è per tutti quelli che da domani potrebbero subire quello che ha subito mio figlio».

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Commenti all'articolo

  • rugginesana

    21 Giugno 2025 - 00:12

    Non sono bulletti, sono delinquenti.

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  • 04973

    20 Giugno 2025 - 20:45

    Ma sbaglio o qualcuno recentemente ha detto che Cremona e provincia sono sicure......mah

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