L'ANALISI
CREMONA. NELLE AULE DI GIUSTIZIA
19 Giugno 2025 - 20:41
CREMONA - Stava scontando gli arresti domiciliari da dicembre nella sua abitazione in un paese del cremonese. Per questo quando mercoledì i carabinieri lo hanno visto presentarsi in caserma lo hanno arrestato per evasione.
Oggi l’imputato era davanti al giudice, in un processo per direttissima di convalida dell’arresto. Difeso d’ufficio dall’avvocato Marco Simone l’uomo ha spiegato il motivo della violazione delle misure detentive: «Non è perché ero stanco di stare in casa, ma da dicembre non mi fanno fare l’ora d’aria. In questi sei mesi mi hanno concesso solo gli incontri con lo psicologo e quelli sono uno ogni quindici giorni».
E proprio nei colloqui psicologici il giovane avrebbe saputo dei percorsi rieducativi: «Ma non mi è mai stato assegnato un assistente sociale – ha continuato l’imputato – e per questo non ho potuto accedere ai percorsi. Io vorrei fare uno di quei programmi di reinserimento, magari finalizzato a un percorso lavorativo».
Il giudice ha ascoltato la ricostruzione dell’imputato e preso atto che l’arresto era avvenuto in flagranza di reato «considerato che l’imputato è uscito dalla propria abitazione, presso la quale si trovava ristretto, senza alcuna autorizzazione». Per il giudizio del reato in questione si andrà al 18 settembre ma nel frattempo il tribunale ha sentenziato sulla misura cautelare, non convalidando l’arresto: «Considerando che l’arresto per il reato in questione è facoltativo e che, pur essendo stati eseguiti nei tempi e nei modi necessari, lo stesso non risulta necessario perché l’imputato si è presentato di sua spontanea volontà dai carabinieri per rappresentare la propria situazione di disagio e che non c’è il rischio di recidiva per i reati per i quali si trovava ai domiciliari». Non convalidando l’arresto il giudice ha disposto l’immediata 'liberazione' dell’imputato: si fa per dire dato che, pur scagionato per il momento, l’uomo dovrà tornare a scontare gli arresti domiciliari nella sua abitazione.
Alla fine dell’udienza di direttissima che ha ‘perdonato’ il giovane il giudice si è rivolto direttamente all’imputato per quella che si potrebbe definire ‘una tirata d’orecchie’: «Mi raccomando, si ricordi che ha un avvocato e se ha problemi ne deve parlare con lui. E se per qualsiasi motivo non riuscisse a parlare con l’avvocato e deve far presente qualcosa ai carabinieri, gli telefoni, il numero lo ha, non si presenti in caserma».
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