L'ANALISI
20 Giugno 2025 - 05:20
CREMONA - Il nodo della contraffazione, l’aumento indiscriminato delle botteghe, l’accesso libero alla professione: sono i temi caldi che attraversano il mondo della liuteria. Temi non nuovi ma che in un momento di ristagno del mercato, in un momento di ristrettezze, rischiano di farsi più scottanti, soprattutto per quei liutai che devono farsi ancora un nome. Il grido di allarme della categoria è stato raccolto dal consigliere regionale Marcello Ventura che ha proposto un progetto di legge volto a tutelare e promuovere la liuteria cremonese. Si tratta di un provvedimento — ieri si sono svolte le prime audizioni tecniche — che si propone di sostenere e valorizzare il saper fare liutario, portando sul territorio 100mila euro. La Regione Lombardia ha scalzato il Comune, ente in prima linea nel Piano di Salvaguardia del saper fare liutario cremonese. E sull’obiettivo di promozione e valorizzazione della liuteria portato avanti dal Pdl regionale, l’assessore alla Cultura, Rodolfo Bona osserva: «Nonostante il Comune di Cremona non sia stato coinvolto nel percorso che ha portato a questa proposta, ritengo che sia legittima qualsiasi azione finalizzata alla tutela della liuteria cremonese, sempre più minacciata da pratiche di contraffazione e da comportamenti scorretti che sfruttano il marchio Cremona per finalità speculative. In un contesto nel quale le logiche pervasive e aggressive del mercato mettono a dura prova il tessuto sano delle nostre botteghe, ritengo che le azioni vadano articolate su più livelli, da quello culturale – proprio delle attività sviluppate dal Comune all’interno del Piano di salvaguardia del Saper fare liutario cremonese – a quello legislativo, sul quale il Comune non ha possibilità d’intervento diretto e che è proprio degli enti regionali, nazionali e sovranazionali. Queste azioni dovrebbero vedere come protagoniste tutte le rappresentanze di categoria con proposte condivise che l’amministrazione comunale, come ho già dichiarato, s’impegna a sostenere».
Basta tutelare il marchio Cremona liuteria per dire di proteggere il saper fare liutario?
«Il Consorzio Liutai Antonio Stradivari è nato nel 1996 allo scopo di promuovere e valorizzare la liuteria contemporanea cremonese che opera nel rispetto della tradizione artigianale. Vi aderiscono circa un terzo delle botteghe presenti in città. Il marchio identificativo ‘Cremona liuteria’, fortemente voluto dalla Camera di Commercio unitamente al Consorzio e dalle associazioni artigiane, nasce per valorizzare la liuteria cremonese nel mondo, in un settore che, basato tuttora su pratiche antiche, risulta penalizzato dalle logiche di standardizzazione industriale e di commercializzazione spregiudicata dei prodotti».
Tutto ciò sembra non essere bastato?
«Se a decenni di distanza dalla sua introduzione, nonostante le molte iniziative, la situazione risulta aggravata, come da più parti segnalato, è evidente che questo strumento, seppur importante, non è riuscito ad arrestare un fenomeno nel quale sempre più spazi di mercato vengono occupati da prodotti contraffatti o di bassa qualità».
Come spiega questa non incisività del marchio Cremona liuteria?
«Non per incapacità di questo o quello, ma perché la portata dei problemi è tale che richiederebbe strumenti d’intervento, anche normativi, in grado di arginare i fenomeni segnalati nell’interesse comune».
L’iniziativa del consigliere Ventura sembra rispondere a necessità concrete e fare da contropartita all'idea che il piano di salvaguardia poco abbia portato alla comunità dei liutai. Come rispondere a questo messaggio non troppo velato?
«Il Piano Unesco è uno strumento di governo per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale legato alla tradizione liutaria cremonese, che mira a coinvolgere le istituzioni in un processo partecipativo per tutelarne il sapere. La nostra liuteria è stata iscritta nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale Unesco nel 2012, riconoscendone il valore artistico. Il piano si concentra sulla definizione delle forze, debolezze e opportunità del settore, individuando pratiche e strategie di salvaguardia con il coinvolgimento di tutta la comunità patrimoniale».
Tutto questo in linea di principio è più che lodevole. Ma c’è chi ha più volte chiesto maggiore impegno del Comune nel tutelare la comunità dei liutai, eredi viventi di quel saper fare.
«Il Comune di Cremona è soggetto referente della stesura e dell’attuazione del piano. Fino ad ora, le sue attività si sono concentrate sulla storia della liuteria cremonese e, successivamente, sul rapporto strategico tra musicista e liutaio finalizzato alla realizzazione degli strumenti. Le critiche, spesso provenienti da chi non ha partecipato ai percorsi, si sono concentrate sulla richiesta di risposte immediate sul fronte del mercato, tema che non rientra tra le finalità del piano e la cui competenza ricade su altri soggetti istituzionali ed economici. Il piano di salvaguardia, piuttosto, serve a consolidare il sistema nel suo complesso, soprattutto attraverso percorsi culturali partecipativi relativi alla formazione e all’etica professionale».
C’è stato un momento in cui i liutai immaginavano di poter eleggere una propria rappresentanza all’interno del piano per avere una partecipazione più operativa. È un’idea tramontata?
«Al fine di chiarire tali aspetti e di recepire nuove indicazioni abbiamo quest’anno tenuto alcuni incontri con le principali associazioni di categoria, nei quali abbiamo condiviso due direzioni operative per la prossima fase: la messa a punto dello strumento e l’aggiornamento sulle pratiche per il restauro. Su questi temi abbiamo coinvolto il Museo del Violino e il Ponchielli, affidando loro il compito di strutturare gli interventi formativi. A breve presenteremo queste proposte anche alle altre associazioni del settore all’interno di un percorso che tenga conto dei suggerimenti emersi».
C’è dunque la volontà di un maggior coinvolgimento della comunità dei liutai?
«L’amministrazione comunale non entra nel merito delle dinamiche associative, ma si rivolge a tutta la comunità patrimoniale, cercando la massima condivisione fra i diretti interessati. Questo lavoro è faticoso e richiede pazienza e impegno, ma credo che la condivisione delle possibili soluzioni sia decisiva per l’intero settore e, di fronte ai problemi evidenziati, credo sia necessaria un’assunzione di responsabilità da parte di tutti. Come abbiamo visto in altre circostanze, la convergenza di tutte le forze politiche cremonesi e delle varie componenti associative è decisiva e la coesione del sistema si ottiene attraverso necessari passaggi di discussione, onde evitare errori già commessi nel passato».
Noemi Satta, ex manager a contratto di supporto all’Ufficio Unesco, ha parlato di incarico non rinnovato per mancanza di risorse. Qual è lo stato del piano di salvaguardia in base a risorse e finanziamenti?
«Come abbiamo più volte sottolineato, le azioni del Piano si sono sempre basate su finanziamenti di soggetti come Fondazione Cariplo, Regione Lombardia e Ministero della Cultura. Quest’ultimo, in particolare, mette periodicamente a disposizione fondi dedicati al sostegno dei diversi Piani di Salvaguardia del patrimonio immateriale attraverso bandi pubblici. Si tratta di strumenti che richiedono la presentazione e la rendicontazione di progetti valutati secondo criteri specifici, con un impegno amministrativo significativo. Fino a oggi, i progetti presentati dal Comune sono sempre stati finanziati».
A chi lamenta una dimenticanza dell'amministrazione nei confronti della liuteria cosa risponde?
«Nel 2024, il Comune era ancora impegnato nelle attività di rendicontazione e quindi non poteva presentare nuovi progetti al Ministero. L’ultimo finanziamento ottenuto, nel 2021, era finalizzato allo sviluppo di azioni di comunicazione strategica. Il lavoro di analisi e impostazione condotto dalla dottoressa Satta e dal suo team ha prodotto una base solida, che richiede ora investimenti strutturali e azioni trasversali per essere sviluppata pienamente. È naturale che una nuova Giunta, di fronte a progetti complessi come questi, abbia necessità di approfondire, valutare e impostare le azioni in modo coerente, tenendo conto del consolidamento strategico della collaborazione tra il Comune e le fondazioni: Museo del Violino e Teatro Ponchielli».
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