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IL PREMIO

Crema trionfa agli Oscar del tatuaggio

L’opera di Dollaku della ElevenInk Crew realizzata a quattro mani con il maestro maori McCown

Riccardo Maruti

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rmaruti@laprovinciacr.it

19 Giugno 2025 - 05:20

Crema trionfa agli Oscar del tatuaggio

Brent McCown e Brijan Dollaku sono gli autori del tatuaggio da Oscar di Jonah Lomu

CREMA - L’inchiostro cremasco ha lasciato una traccia indelebile sulla prima edizione degli Oscar del tatuaggio. È accaduto a Venezia, tra le mura di Ca’ Vendramin Calergi, sede del Casinò, durante l’esclusivissima convention internazionale Icons and Prodigies.

Nel tempio barocco affacciato sul Canal Grande, Brijan Dollaku ha incantato giuria e pubblico conquistando il Crystal Needle Award: l’Oscar per i maestri dell’inchiostro. Trent’anni, uno sguardo che osserva il mondo come fosse una tela e una mano che disegna emozioni sulla pelle, il talento della ElevenInk Tattoo Crew di Crema ha raggiunto il cuore dell’arte mondiale del tatuaggio in tandem con Brent McCown, leggenda vivente del tattoo maori, artista neozelandese conosciuto per aver inciso sulla pelle i miti del rugby, in primis gli All Blacks. Brijan e Brent (ospite abituale in terra cremasca) hanno unito le loro mani e i loro mondi in un’opera straordinaria: il ritratto di Jonah Lomu, eroe indimenticato del rugby, tatuato sulla coscia di un atleta del Crema Rugby. Venti ore di lavoro. Venti ore in cui il tempo si è fermato per fondere il gesto, la tecnica e l’ispirazione in qualcosa che va oltre l’arte stessa.

«Da un lato il tratto iperrealistico di Brijan, dall’altro il segno classicissimo e impeccabile di Brent. È come vedere Cracco cucinare insieme alla Sora Lella», scherza Gian Maria Regazzetti, fondatore dell’ElevenInk. Ma dietro la battuta si nasconde la verità: l’unione tra il rigore e la spiritualità del tratto maori e l’intensità pittorica del fotorealismo ha generato un capolavoro.

In tutto, 350 artisti da ogni angolo del mondo sono stati selezionati dal maestro Alex De Pase, ideatore della manifestazione e fondatore dell’Università del Tatuaggio di Udine: da un lato 250 ‘prodigy’, i prodigi emergenti che incarnano il futuro dell’arte su pelle, dall’altro 50 ‘icone’, artisti affermati che hanno fatto la storia del settore. Brijan è stato chiamato tra i prodigy, ma ha chiuso la rassegna come una vera e propria icona, entrando anche nella top ten del ‘Best of Show’, ovvero le dieci migliori opere della manifestazione. Ma non è tutto. Tra i nomi celebrati anche Kelly Red, altra stella della galassia ElevenInk, premiata come una delle nuove icone del tattoo: «Fa parte della nostra famiglia — commenta con orgoglio Regazzetti —. È una presenza fissa nei nostri corsi, una fonte inesauribile di ispirazione».

Icons and Prodigies non è stato solo un premio. È stato un rito. Tre giorni di workshop, seminari, scambi creativi. Un crocevia di culture, tecniche, storie. Un luogo dove il tatuaggio ha smesso di essere solo arte decorativa per diventare linguaggio universale, ponte tra tradizione e avanguardia, espressione pura dell’identità umana. In tutto questo, Brijan Dollaku non è più solo un talento emergente. È diventato ambasciatore di un’arte che pulsa, respira, racconta. E la sua firma – incisa tra le calli veneziane – è anche un tributo alla città da cui è partito: Crema. Una terra che ora, grazie all’inchiostro e alla passione, risuona nelle capitali mondiali dell’arte.

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