L'ANALISI
11 Giugno 2025 - 17:05
CASALMAGGIORE - Ieri sera, il consiglio comunale straordinario ha messo sul tavolo due temi di vitale importanza per il territorio: la tangenziale e il nuovo ponte per Colorno. La seduta ha visto la partecipazione dei presidenti delle Province di Cremona, Roberto Mariani, e di Parma, Alessandro Fadda, oltre al sindaco di Colorno, Christian Stocchi, a testimonianza dell'interesse interprovinciale che queste infrastrutture rivestono.
Il consigliere Luciano Toscani ha preso la parola per illustrare la motivazione della richiesta del consiglio, focalizzandosi sulla tangenziale, «il tema decisamente più sentito e più urgente di questo momento storico che la nostra città sta attraversando». Ha espresso gratitudine al presidente della provincia di Cremona Mariani, non solo per la sua presenza, ma anche per il lavoro impostato «fin dal suo insediamento».
Toscani ha ribadito il suo impegno personale su questo tema: «La mia collaborazione a questa avventura amministrativa è legata soprattutto a questo tema e alla constatata decisione dell’amministrazione provinciale a cambiare passo rispetto al passato nella ricerca di soluzioni su questo tema». Ha evidenziato la necessità di una collaborazione trasversale. Il gruppo consiliare ‘Casalmaggiore la tua città’ ha presentato uno studio di fattibilità elaborato da un ingegnere e tecnico volontario, Pier Angelo Cavalca, che si è concentrato sullo studio del percorso e dei nodi principali della tangenziale. Toscani ha consegnato le copie dello studio al Comune e alla Provincia, affermando: «Lo consegniamo perché poi gli enti che sono deputati alla programmazione urbanistica e quindi il Comune col suo piano regolatore e la Provincia col suo piano territoriale di coordinamento possano valutarlo».
Le due richieste principali formulate da Toscani sono state: stipulare un protocollo d’intesa, ossia «un documento di intesa che faccia sedere allo stesso tavolo tutti gli enti interessati, cioè Comune, Provincia, Regione e Ministero. Un protocollo d’intesa che definisca gli obiettivi e le competenze, che determini quindi una strategia per arrivare alla progettazione e alla realizzazione dell’opera». E poi lo stanziamento di risorse economiche: «Amministrazione provinciale e amministrazione comunale comincino a metterci qualche risorsa. Chiediamo che da subito e venga avviato l’iter per una progettazione preliminare che individui i tracciati e i costi della della nostra tangenziale. Senza quelli non si va da nessuna parte».
Il sindaco Filippo Bongiovanni ha accolto con favore la convocazione del consiglio straordinario, ringraziando Toscani per aver riportato al centro del dibattito temi infrastrutturali che segnano da decenni il futuro del territorio: la tangenziale e il nuovo ponte sul Po. Ha sottolineato l’importanza del confronto istituzionale e il valore del dialogo con la Provincia di Parma, indispensabile per garantire una visione strategica condivisa tra i due versanti del fiume.
Nel suo intervento, Bongiovanni ha ripercorso la lunga storia della tangenziale di Casalmaggiore, ricordando come il primo passo concreto fosse stato mosso già nel 2001, con la firma di un protocollo d’intesa che definiva ruoli e compiti tra i diversi enti coinvolti. «Tre quarti di quel protocollo – ha spiegato – sono oggi realtà o in fase avanzata di realizzazione», a dimostrazione che nonostante le difficoltà, qualcosa si è mosso. Ha ricordato che il primo tratto, quello che collega la Sabbionetana alla rotonda di Quattrocase, è stato inaugurato nel 2009, grazie alla collaborazione tra il Comune, le Province di Cremona e Mantova e la Regione Lombardia. Il secondo tratto, da Quattrocase al Fenilrosso, è stato completato nel periodo 2015-2016. Il terzo tratto viadanese è finanziato. A mancare, ha spiegato il sindaco, è il tratto finale: quello che dovrebbe unire la rotonda della Sabbionetana con l’ipotetico casello autostradale del progetto Tibre, nei pressi di San Giovanni in Croce. «Un’opera – ha detto – che oggi appare sempre più remota, dal momento che il Tibre si è fermato dopo appena quattro chilometri di tracciato, portando a un casello a Sissa Trecasali che è pressoché inutilizzato». Bongiovanni ha evidenziato che fino al 2016-2017 si confidava ancora in uno sviluppo progressivo dell’autostrada, ma col tempo è diventato evidente che fosse necessario «cambiare rotta e trovare una soluzione più concreta e realizzabile».
Il sindaco ha anche ricordato che già nel 2013, durante il suo mandato come assessore provinciale, insieme all’attuale vicesindaco Giovanni Leoni, allora assessore ai lavori pubblici in Provincia, aveva promosso la realizzazione di uno studio alternativo alla Tibre. «Lo studio preliminare stimava un’opera da 25 milioni di euro, pensata per alleggerire il traffico urbano e collegare in modo efficace la città alle arterie provinciali e regionali, poi rivisto nel 2023 cubava circa 40 milioni». Bongiovanni ha ribadito che quell’analisi oggi torna d’attualità, perché offre una base concreta da cui ripartire. Nel concludere il suo intervento, il primo cittadino ha espresso pieno appoggio alla richiesta di avviare un nuovo percorso di progettazione, sottolineando però che «per fare il salto di qualità serve una regia condivisa, non solo tra istituzioni locali, ma anche con Regione e Governo». Ha rilanciato l’idea di un protocollo aggiornato che metta nero su bianco gli impegni reciproci, e ha dato disponibilità di un impegno finanziario iniziale, «perché solo dimostrando di crederci fino in fondo – ha detto – possiamo attirare l’attenzione e il sostegno degli enti superiori». Bongiovanni ha infine auspicato che questa occasione non si perda in un altro lungo ciclo di studi e promesse.
Il presidente della Provincia di Cremona, Roberto Mariani, ha ribadito che la tangenziale è una priorità assoluta. «È un’opera fondamentale per il territorio», ha detto, annunciando la richiesta di 2 milioni di euro alla Regione per finanziare la progettazione esecutiva, già inserita nel Piano Triennale delle Opere Pubbliche 2024-2026. Ha sottolineato l’importanza di «unire tutte le energie» per affrontare una burocrazia che definisce «la vera nemica delle opere pubbliche». Secondo le stime attuali, la nuova tangenziale dovrebbe svilupparsi su 8,5 chilometri, collegando la provinciale 420 alla SS343 Asolana con un costo stimato tra i 40 e i 50 milioni di euro. Mariani ha concluso rilanciando l’appello alla collaborazione istituzionale.
Non c’è ancora una data certa per la consegna del progetto di fattibilità tecnico-economica del nuovo ponte. Annamaria Piccinelli ha lamentato: «Il progetto è in ritardo, le proroghe si sono susseguite senza penali. Le indagini previste dovevano concludersi entro i 210 giorni previsti, ma la scadenza è slittata senza chiarezza». Piccinelli ha criticato anche il ritardo nell’avvio delle indagini geotecniche e l’assenza della valutazione del rischio bellico nel capitolato. Il sindaco Filippo Bongiovanni ha rimarcato, in merito alle tempistiche, che il percorso include «le conferenze di servizio tra tutti gli enti coinvolti: sono passaggi obbligati che rallentano l’iter ma sono inevitabili e necessari». Ieri intanto il sindaco ha inviato ad Anas via pec richiesta delle relazioni 2024 e 2025 sulla situazione dell’attuale ponte.
Toscani ha chiesto trasparenza sulla reale vita utile del ponte, sul numero di veicoli in transito, su quelli che superano i limiti di peso e velocità. «Questi dati vanno richiesti ad Anas, non sono segreti di Stato. E vorremmo anche vedere un disegno: non sappiamo ancora dove si innesterà il ponte sul lato casalasco». Fadda, presidente della Provincia di Parma, eletto da pochi mesi, ha ammesso i limiti nella comunicazione e ha promesso maggiore trasparenza: «Una volta conclusi i due sondaggi mancanti, uno in alveo e uno nella parte centrale, il progetto sarà pronto in circa un mese. Più tempo non passerà». Stocchi, sindaco di Colorno, ha ribadito l’urgenza di aggiornamenti più regolari e ha chiesto di rivedere la stima della vita residua del ponte, oggi in parte da rivalutare. «Non vogliamo rallentare i lavori, ma sapere cosa ci aspetta». Gianpaolo Monteverdi, dirigente provinciale, e Antonio Montepara, docente dell’Università di Parma, hanno detto che il ponte è costantemente monitorato con 154 sensori, Anas effettua ispezioni semestrali, quando era monitorato direttamente da Provincia di Parma circa il 10% dei mezzi pesanti superava il peso consentito.
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