L'ANALISI
CREMONA. NELLE AULE DI GIUSTIZIA
10 Giugno 2025 - 21:34
CREMONA - Era a processo con l’accusa di aver maltrattato la donna con cui ha convissuto alcuni mesi, da ottobre 2022 a gennaio 2023. Il Tribunale lo ha assolto ‘perché il fatto non sussiste’. L’abbraccio con i quattro fratelli, il pianto liberatorio, il rientro a casa, nel Milanese.
La sentenza di assoluzione è storia di oggi pomeriggio, ultimo atto di un procedimento originato dalla denuncia dell’ex compagna che risiede a Cremona. La stessa donna che, a gennaio di quest’anno, un giudice aveva condannato a 7 mesi per per aver alzato le mani sul coniuge (lesioni), minacciandolo anche con un coltello, durante uno dei numerosi litigi nel bel mezzo di un matrimonio burrascoso, lei che i matrimoni li organizzava. La donna era stata anche condannata a risarcire l’ex con tremila euro.
Altra storia, il processo di oggi. «Lei era molto gelosa», ha detto l’ex convivente, che l’ aveva conosciuta per caso, durante la festa di compleanno del figlio di un amico. Lei era lì perché «truccava i bambini». «Le ho chiesto il bigliettino, pensando alla festa di compleanno di mio figlio». E da lì si sono conosciuti e si sono messi insieme.
Era l'estate del 2022. «Lei mi ha chiesto di andare a convivere. Fino a settembre non volevo andare. Ci sarei andato a condizione che lei facesse un percorso psicologico». Promessa di lei mantenuta. «Ma ha fatto solo due sedute dallo psicologo, poi ha smesso ed è diventata più gelosa e più aggressiva di prima. Io non l’ho mai aggredita. Lei ha aggredito me: mi picchiava con calci e pugni e mi ha anche puntato un coltello alla gola. Io non l’ho mai minacciata, lei ha minacciato e offeso me. Io cercavo di chiudere la relazione».
Lo hanno confermato due dei quattro fratelli chiamati a testimoniare dall’avvocato difensore, Davide Gornati ,di Milano. Anche il pm, Federica Cerio, aveva chiesto l’assoluzione ‘perché il fatto non sussiste’: la credibilità della donna ha scricchiolato. Lacrime fuori dall’aula. L’uomo conosceva il precedente giudiziario dell’ex convivente, che al processo nato dalla denuncia del marito, nel difendersi, aveva cercato di rovesciare la situazione: «Mio marito era diventato paranoico, mi seguiva, spiava i miei spostamenti con il gps della macchina». Durante una lite, a luglio del 2021, con il telefonino il marito l’aveva ripresa mentre lei lo picchiava. Il video era stato visto dalle forze dell’ordine: il marito aveva segni sul volto, sul collo e sulle natiche.
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