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I NODI DELLA SCUOLA

Altra ‘fuga’ di docenti: «Vacanti 620 cattedre»

Sono 171 gli insegnanti che hanno chiesto di essere trasferiti per potersi avvicinare a casa. La Cgil lancia l’allarme sui posti senza titolare destinati ad essere coperti dai supplenti

Nicola Arrigoni

Email:

narrigoni@laprovinciacr.it

11 Giugno 2025 - 05:20

Altra ‘fuga’ di docenti: «Vacanti 620 cattedre»

CREMONA - In fuga dal Nord, in cerca di sedi più vicine a casa. Il ruolo ottenuto in Pianura Padana ha costretto molti a lasciare famiglia e amicizie per inseguire il posto fisso. Ora la grande possibilità: avvicinarsi a casa, complice la possibilità di chiedere trasferimento anche prima dei tre anni di servizio nella scuola assegnata e prima dei cinque fissati per i docenti di sostegno. Questa deroga ha segnato il liberi tutti e i neoassunti dal ministero dell’Istruzione e del Merito hanno colto la palla al balzo, spinti anche dal carovita che oggettivamente si fa sentire più al Nord che in altre zone d’Italia.

Su questa fuga dei docenti, il sindacato Cgil-Flc, analizzando i dati dei trasferimenti interprovinciali resi noti dall’Ust di Cremona, prospetta un futuro non facile per la scuola cremonese, con un numero importante di posti vacanti, ovvero quelle cattedre senza titolare che potrebbero andare a ruolo, ma sono spesso assegnate con contratti a tempo determinato.

L’allarme lanciato dai sindacati, attraverso dati elaborati dalla Cgil-Flc, è in parte fatto rientrare dal provveditore, Imerio Chiappa, che afferma: «Non so dove i sindacati abbiano preso quei dati. Non ravviso alcun allarme e criticità, rispetto ad anni precedenti — spiega il dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale —. I trasferimenti liberano posti che poi vengono occupati da altri docenti, che arrivano su quelle cattedre lasciate libere. Ci sono sempre state le mobilità interprovinciali e all’interno del territorio. I posti che non saranno occupati verranno assegnati ai supplenti, con contratti ad hoc. Non dimentichiamo che una parte delle cattedre vacanti sono assegnate alle prossime immissioni in ruolo, saranno dunque destinate ad avere un loro titolare. Fra una decina di giorni avremo completato l’organico e allora si vedrà che i posti vacanti sono altri. I prossimi due mesi, come ogni anno, saranno di lavoro intenso ma possiamo ragionevolmente pensare a un avvio dell’anno 2025/2026 regolare e senza particolari criticità. A questo stiamo lavorando».

A dare conto dei dati forniti dalla Cgil in provincia di Cremona le cattedre ancora non coperte sarebbero 620, un numero che difficilmente sarà coperto con le nuove immissioni in ruolo. Chi soffre maggiormente la mobilità scolastica è la primaria, con 291 posti vacanti, di cui 93 nell’insegnamento ordinario e 198 sul personale di sostegno. Segue la scuola superiore, con 208 cattedre scoperte, di cui 25 docenti di sostegno e ben 208 docenti di materia, suddivisi nelle varie classi di concorso. Le scuole medie fanno registrare invece 77 posti vacanti (di cui 13 di sostegno) e la scuola per l’infanzia ne conta 44 (di cui 19 per il sostegno).

«La motivazione di questa sorta di migrazione di docenti è legata alle nuove regole del contratto — spiega Alba Caridi della Cgil-Flc —. Il fatto che i trasferimenti risultino, quest’anno, più numerosi è legato alla possibilità delle deroghe previste dal nuovo contratto. Se normalmente chi viene immesso in ruolo è obbligato a restare nella stessa scuola per tre anni (cinque in caso di sostegno), con l’ultimo concorso può richiedere il trasferimento prima anche chi ha genitori over 65 e per chi ha figli under 16. Questa possibilità ha fatto sì che molti neo immessi in ruolo abbiano avuto la possibilità di riavvicinarsi a casa.

La nostra provincia non è troppo appetibile e il rischio di una fuga dalle cattedre delle nostre scuole è reale se ci sono altre opportunità».

Sono in tutto 146 i docenti che lasceranno le scuole cremonesi, di cui 12 che se ne andranno dalla scuola per l’infanzia, 29 dalle elementari, 32 dalle medie e 63 dalle superiori. A questi si aggiungono 25 Ata, ovvero figure del comparto amministrativo.

A pochi giorni dall’ultima campanella, in attesa dell’avvio dell’Esame di Stato, l’amministrazione scolastica già guarda al prossimo anno che promette di portare con sé i problemi di sempre: precari in cerca di posto, balletto dei docenti e il rischio che a farne le spese siano sempre le fasce più deboli, gli studenti e, in particolar modo, quelli che hanno bisogno di un aiuto in più, di sostegno.

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Commenti all'articolo

  • bvrtpt

    11 Giugno 2025 - 09:08

    Sarebbe il momento di cambiare le regole per arginare questo fenomeno non degno di un paese civile: invece del liberi tutti, un vincolo almeno quinquennale, meglio decennale, per chi ottiene la cattedra... ma forse che detta le regole è più vicino "col cuore" a questa massa di persone che, ben lungi dall'avere il "sacro fuoco" dell'educatore, scelgono la scuola pubblica solo per lo stipendio...

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