L'ANALISI
09 Giugno 2025 - 19:01
AGNADELLO - Niente tassa rifiuti per le nuove attività commerciali e artigianali del paese. Il taglio della tariffa locale è stato deciso dal Comune, per favorire il tessuto economico locale e attirare nuovi investimenti.
«Per le utenze non domestiche — conferma il sindaco Stefano Samarati — intendiamo proseguire la politica delle agevolazioni per promuovere e rafforzare il tessuto economico e produttivo del territorio. Le attività commerciali e artigianali che soddisfano i requisiti possono dunque beneficiare dell’azzeramento delle rate». Messi a budget 7.000 euro complessivi. «Se rimarranno soldi, li destineremo al comparto dei Servizi sociali» prosegue il sindaco.
Le attività di nuova apertura, per ottenere l’esenzione, devono presentare una richiesta di ammissione al bonus Tari 2025, compilando l’apposito modulo da consegnare entro il 30 luglio per quelle che sono già aperte oppure entro 30 giorni dall’avvio per chi deve ancora partire. Da parte dell’ente c’è attenzione anche alle utenze domestiche. «Il decreto della presidenza del Consiglio dei ministri — ricorda Samarati — a marzo scorso ha introdotto il bonus Tari nazionale, che prevede una riduzione automatica del 25% per gli utenti domestici con Isee fino a 9.530 euro, o fino a 20.000 euro per le famiglie con almeno quattro figli a carico. Da parte nostra garantiremo un altro bonus per sostenere le famiglie fuori dal perimetro di questa agevolazione nazionale».
Samarati non nasconde però qualche preoccupazione: «Anche quest’anno, siamo riusciti a garantire un’adeguata copertura finanziaria al bonus Tari comunale. Tuttavia, non posso astenermi da alcune considerazioni e riflessioni su quello nazionale. In particolare, l’introduzione della nuova componente perequativa denominata ‘Ur3’, pari a 6 euro per utenza, solleva alcune preoccupazioni. C’è un aumento della pressione fiscale per tutti: la componente Ur3 ha l’obiettivo di finanziare il bonus per le famiglie economicamente svantaggiate, ma comporta un aggravio diretto per tutte le altre. Solleva un problema di trasparenza e comprensibilità del tributo».
Samarati non è l’unico amministratore locale a sollevare la questione. Da tempo è emerso che per il primo anno di applicazione difficilmente sarà operativo il sistema di interscambio, che consentirà a regime di riconoscere in automatico il bonus. La conseguenza è che questo fondo sarà anticipato dalla Cassa per i servizi energetici e ambientali e non dalla tassa rifiuti effettivamente applicata. A livello nazionale la nuova componente perequativa viene considerata una sorta di solidarietà forzata. L’effetto più evidente è che per alcuni Comuni le entrate della componente perequativa saranno superiori al costo del bonus per quella stessa amministrazione, con punte di uno a sei, ovvero a fronte di 100 euro di bonus riconosciuti si chiedono 600 euro di componenti perequative. «L’introduzione della nuova componente aggiunge complessità alla bolletta Tari — conclude — rendendo difficile comprendere la composizione dell’importo».
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