L'ANALISI
31 Maggio 2025 - 05:20
CREMA - Quattro operatori di strada sul campo, più altri collaboratori. E un impegno che da sperimentale diventerà costante e si allargherà al Cremasco, coinvolgendo diversi paesi. Azioni mirate a incontrare adolescenti e famiglie, per cercare di dare loro una prospettiva utile anche a mettere un freno all’emergenza droga del palloncino, emersa nelle ultime settimane in città, in particolare in un paio di zone periferiche caratterizzate da vasti complessi di palazzine popolari: via Vittorio Veneto a San Bernardino e piazza di Rauso-via Edallo a Santa Maria.
Il Comune punta su prevenzione e sensibilizzazione grazie agli educatori di strada, un servizio partito ormai un anno e fortemente voluto dall’assessore alle Politiche giovanili Giorgio Cardile. E lo stesso lavoro verrà fatto anche in diversi paesi del Cremasco, dove purtroppo il fenomeno si sta diffondendo. «Dalla sperimentaizone passiamo alla fase continuativa e rafforzata già in queste settimane di inizio estate — sottolinea —: con la fine delle scuole partirà un progetto ad hoc che prevede di incontrare adolescenti e preadolescenti, ovvero i ragazzi delle medie, con momenti di socializzazione, specialmente in piazza di Rauso. Per adesso, con due uscite la settimana sempre con la presenza contestuale di due educatori. Con i fondi del bando regionale Sprint finanzieremo l’attività più strutturata sulla seconda parte 2025».
Altra novità la costante presenza serale degli operatori di strada nei parchi pubblici dei quartieri considerati più a rischio, per intercettare e coinvolgere i giovani. Dare loro delle alternative, avere occasioni per conoscerli, confortarsi e parlare anche di eventuali problemi che spingano sempre più ragazzini annoiati a cercare brevi momenti di evasione utilizzando le bombolette di protossido di azoto, un propellente per gli spray alimentari, un esilarante a basso costo.
«Quello che è emerso nelle ultime settimane è la punta di un iceberg, sappiamo che non riguarda tutti i ragazzi, ma che c’è una fetta fragile, la cui presenza può avere ripercussioni sui coetanei», aggiunge l’assessore. Il protossido di azoto è una sostanza legale. Se assunta attraverso boccate ripetute, appunto gonfiando un palloncino e poi aspirando, produce uno stato d’euforia che si esaurisce nel breve termine. Sperimentata la perdita di inibizioni, è facile cadere nella dipendenza che può portare a danni neurologici. La popolarità di questa sostanza, che nelle metropoli è ormai seconda solo all’hashish, è dovuta alla sua convenienza e al facile accesso all’acquisto online. «L’impegno ad essere al fianco di ragazzi non si esaurisce in città — conclude Cardile — ma vuole si amplia al territorio grazie ai fondi del bando Sprint della Regione. Il tutto senza dimenticare il centro storico, dove gli operatori di strada concentrano il loro lavoro tra le piazze Papa Giovanni XXIII e Garibaldi e largo Falcone e Borsellino».
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