L'ANALISI
27 Maggio 2025 - 16:00
Nel riquadro Giovanni Sgroi
RIVOLTA D'ADDA - Davanti al gip, Sara Cipolla, oggi si è avvalso della facoltà di non rispondere Giovanni Sgroi, il medico e sindaco (sospeso) di Rivolta d’Adda, da giovedì scorso agli arresti domiciliari con l’accusa di violenza sessuale aggravata su quattro pazienti durante le visite nel centro privato polispecialistico di Pozzuolo Martesana (Milano).
Messinese di origine, cremonese di adozione, 70 anni, chirurgo specializzato in gastroenterologia, una lunga carriera nel pubblico, principalmente nella Bergamasca, tra gli ospedali di Alzano Lombardo e Treviglio, Sgroi non ci sta a passare per il medico che tra gennaio e maggio di un anno fa, dietro il separé del suo ambulatorio (fino a settembre è stato direttore sanitario) sarebbe andato oltre.
«Spiegherà», dice l’avvocato Domenico Chindamo (nella foto), il quale precisa che «la scelta di avvalersi della facoltà di non rispondere è una scelta tecnica, perché non abbiamo ancora un quadro completo della situazione. Parte degli atti li abbiamo avuti ieri, una parte oggi. Vedremo, poi, la strategia difensiva. Attualmente, la posizione è questa».
Per la difesa, il silenzio davanti al gip è dovuto ai «tempi stretti». Tempi che «ci impongono una scelta prudente». Il legale la definisce una «situazione delicata che, in ogni caso, il dottor Sgroi sta vivendo con grande dignità e questo mi fa piacere, perché tante volte, situazioni del genere trovano degli scompensi psicologici, crisi depressive. Il mio assistito, lo ribadisco, attualmente la sta vivendo in maniera molto dignitosa. Questo mi fa piacere, anche perché, altrimenti, non avrei neanche il supporto tecnico che mi deve fornire e sarebbe un problema».
Sgroi, sposato e con una figlia di 39 anni, continua a negare. «Attualmente – prosegue l’avvocato Chindamo — respinge gli addebiti e assolutamente spiegherà tutto». In ogni momento, il medico potrà chiedere di essere sentito dai pm che hanno coordinato l’indagine del Nucleo investigativo dei carabinieri. Indagine nata dalla denuncia di una delle quattro pazienti, la più giovane, 24 anni, di Cernusco sul Naviglio. Nelle carte dell’indagine si legge che il 14 maggio di un anno fa, dopo la visita, accompagnando la paziente alla reception, Sgroi aveva detto alla sua segretaria: «Fai uno sconto alla ‘piccolina’, falle pagare 90 euro».
Dall’ambulatorio, la ragazza era uscita in lacrime. Aveva chiamato un amico e si era sfogata con la madre. «Cosa c’entra con lo stomaco, è normale questa cosa?». Era passata da casa a cambiarsi, perché si sentiva «sporca» e poi era andata dritta in caserma. Dalla denuncia è partita l’indagine che ha portato ad altri tre casi di presunte violenze sessuali su una 34enne di Treviglio, una 35enne di Pozzuolo e una 43enne di Sesto San Giovanni. Nelle carte dell’indagine viene riportata anche la testimonianza della segretaria del centro medico, invitata a fare lo sconto alla 24enne. La donna conferma le frasi di Sgroi: fece l’occhiolino alla ragazza, che appariva più seria rispetto all’arrivo, e le accarezzò il braccio. Dice di averla subito collegata alla denuncia e di non ricordare se proprio in quella circostanza Sgroi giustificò lo sconto, spiegando scherzosamente che lei gli aveva mostrato le parti intime.
«Dal primo momento che l’ho visto — ha dichiarato la segretaria agli investigatori — mi è sempre sembrato un lumacone, non nasconde questo spasmodico desiderio verso le donne, facendo numerosi apprezzamenti fisici». Appresa la notizia dell’arresto, il prefetto, Antonio Giannelli, venerdì ha sospeso il sindaco Sgroi dalla carica. «È stato un atto dovuto, ma il mio assistito si sarebbe autosospeso — precisa il legale —. Capiamo la situazione, infatti il dottor Sgroi non vuole contestare il provvedimento del prefetto».
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