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SORESINA. L'APPELLO

La San Vincenzo: «Servono pasta e olio»

L'invito ai cittadini per l'iniziativa del mese con alimenti di prima necessità per sostenere oltre trenta famiglie del territorio

Andrea Niccolò Arco

Email:

andreaarco23@gmail.com

24 Maggio 2025 - 20:39

La San Vincenzo: «Servono pasta e olio»

SORESINA - «Solo un’indicazione di ciò che, al momento, scarseggia sui nostri scaffali: mancano la pasta e l’olio. Dateci una mano. Grazie fin da ora per quello che vorrete donare. Un abbraccio fraterno e una preghiera per tutti voi da parte nostra».

È con queste parole, semplici e dirette, pure e quasi timide, che la San Vincenzo di Soresina invita la cittadinanza a fare la propria parte. Una piccola spesa, un pensiero in più, una bottiglia d’olio o un pacco di pasta infilati nel sacchetto e lasciati all’ingresso della chiesa di San Siro. Gesti così quotidiani da sembrare quasi banali. Eppure capaci, insieme, di cambiare davvero la giornata – e a volte anche la vita – di qualcuno.

È il giorno del ‘Paniere’, l’iniziativa mensile che da tempo ormai rappresenta una delle colonne portanti della solidarietà soresinese. In un mondo che corre veloce, tra mille emergenze e distrazioni, questa raccolta rimane lì, fedele a sé stessa e alla sua missione: dare un aiuto concreto alle famiglie del territorio che vivono un momento difficile. Lo fa in silenzio, con discrezione, ma con una costanza che commuove. Sono più di trenta i nuclei assistiti in maniera stabile, per un totale di quasi novanta persone che, grazie al Paniere, trovano un po’ di respiro.

E il bello è che tutto questo si regge sul passaparola, sull’affetto e sull’attenzione quotidiana di tanti soresinesi. Nessuna campagna martellante, nessun clamore. Solo fiducia, quella che si rinnova ogni mese e che trasforma un semplice angolo della chiesa in un punto di raccolta pieno di dignità. Un barattolo di legumi, un litro di latte, una confezione di biscotti: ogni cosa conta. La San Vincenzo, sotto la guida di volontari instancabili, continua così il suo cammino, cercando di rispondere con gesti concreti alle richieste più basilari. «La liturgia del dono – raccontavano in passato – è fatta di piccoli gesti, di mani che si sfiorano senza toccarsi, ma che si riconoscono». E mai come ora, in tempi in cui aumentano le spese e i redditi spesso non bastano, queste mani diventano fondamenta di una comunità che non vuole lasciare indietro nessuno.

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