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CREMONA. NELLE AULE DI GIUSTIZIA

Circonvenzione: i 64 prelievi con il bancomat dell’anziana

Condannato il 76enne che approfittò della fiducia di una 90enne per sottrarle 62mila euro

Francesco Gottardi

Email:

fgottardi@cremonaonline.it

16 Maggio 2025 - 19:13

Circonvenzione: i 64 prelievi con il bancomat dell’anziana

CREMONA - «La accompagnavo a fare la spesa, dal medico, dalla pettinatrice. La signora era molto affezionata e io le davo una mano quando mi chiamava». Si era difeso così il 76enne accusato di circonvenzione di incapace ai danni di Giuliana, un’anziana di novant’anni oggi scomparsa. Ma a prevalere sono state, nell’udienza conclusiva del processo celebratasi questa mattina, le ragioni dell’accusa: il giudice ha condannato l’uomo a 2 anni e 10 mesi di reclusione più 400 euro di multa per quei 64 prelievi sospetti fatti con la carta della vittima. Il pubblico ministero aveva chiesto tre anni per i fatti che avevano generato un ammanco sul conto della donna di circa 62mila euro. Denaro di cui l’imputato, ha stabilito il giudice, si è appropriato approfittando della vulnerabilità dell’anziana.

Secondo l’accusa, l’imputato avrebbe abusato della fiducia costruita negli anni con Giuliana, arrivando a essere incluso persino tra i testimoni delle sue disposizioni testamentarie. Un legame stretto, che però – secondo la Procura – nascondeva un secondo fine: sottrarre ingenti somme di denaro approfittando di un presunto deficit cognitivo senile della donna.

Tra il luglio 2020 e il settembre 2021, l’uomo avrebbe convinto Giuliana ad attivare una carta bancomat, utilizzata poi per effettuare prelievi fino a mille euro l’uno. Movimenti sospetti che hanno allarmato una nipote della vittima, la quale, notando le anomalie, ha presentato querela, innescando le indagini.

Durante il processo, il 76enne non ha negato di aver aiutato Giuliana, ammettendo di averla assistita anche nelle operazioni bancarie. «A volte mi dava qualcosa per il disturbo, piccole somme per coprire il costo della benzina», ha dichiarato. Ha inoltre riconosciuto due donazioni (2mila e 3mila euro), spiegando che la prima serviva per riparare l’auto, mentre la seconda per affrontare spese dentistiche.

Tuttavia, per la Procura si è trattato di pretesti: l’uomo avrebbe sistematicamente indotto l’anziana a prelevare denaro, accumulando nello stesso tempo 18mila euro in versamenti sospetti sul proprio conto.

L’avvocato difensore del 76enne, Cesare Grazioli, aveva ribattuto che non ci sarebbero prove che tutti i prelievi siano stati effettuati dall’imputato. Parte dei prelievi sarebbero stati utilizzati per lavori domestici della donna e non esisterebbe una concomitanza dimostrabile tra i movimenti sul conto della vittima e i versamenti su quello dell’imputato. Per le motivazioni bisognerà ora aspettare 90 giorni ma il legale annuncia l’intenzione di ricorrere in appello.

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