L'ANALISI
11 Maggio 2025 - 05:10
Il Mera Peak e Filippo Ruffoni
MONTODINE - «Ce l’ho fatta, sono felice, è andato tutto bene». Sono queste le prime parole del 38enne scalatore montodinese Filippo Ruffoni, dopo aver raggiunto la vetta del Mera Peak, una montagna situata nella regione dell’Himalaya, che fa parte della catena montuosa del Mahalangur. Con un’altitudine di 6.476 metri, il Mera Peak è una delle migliori vette per gli alpinisti che vogliano avvicinarsi all’alta quota. È situato nel parco nazionale di Sagarmatha, che è anche lo stesso dell’Everest. La montagna è ben visibile dalla valle di Khumbu e offre scorci spettacolari sulle vette più alte del mondo, come l’Everest appunto (8.848 metri), il Lhotse (8.516), il Makalu (8.485) e il Cho Oyu (8.188).
Ruffoni era partito il 25 aprile alla volta del Nepal, raggiunto in aereo dopo avere effettuato due scali. Dopodiché ha dovuto percorrere 130 chilometri a piedi in sei giorni, per raggiungere il campo base, situato oltre i quattromila metri. Da lì è iniziata la lunga e dura salita alla vetta, che è durata altri cinque giorni.
Il messaggio di gioia di Ruffoni è stato inviato durante la discesa, che è ancora in corso, attraverso un’altra via, scelta per poter godere di paesaggi diversi. Oltre all’ascensione stessa, che parte dal famoso villaggio di Lukla, il trekking fino al Mera Peak offre infatti un’esperienza affascinante attraverso il parco nazionale di Sagarmatha e i villaggi sherpa locali, che hanno una cultura e tradizioni uniche.
Il percorso consente di visitare i monasteri buddisti e di conoscere la vita della popolazione sherpa, famosa per la sua resistenza e abilità nel trekking e nell’alpinismo. Ruffoni, che ha affrontato l’avventura con cinque colleghi scalatori del Team Elbrus della federazione alpinistica russa, tornerà in Italia martedì, per raccontare la sua impresa. Sulla cima più alta da lui finora scalata, l’alpinista montodinese ha portato il gagliardetto del Panathlon club Crema del quale è socio.
Il Mera Peak è la seconda vetta che Ruffoni scala nel 2025. A gennaio era salito sulla cima Margherita del Rwenzori, in Uganda, 5.109 metri di altezza, seguendo la via tracciata nella prima spedizione del Duca degli Abruzzi nel 1906. Il Rwenzori è una delle cinque montagne d’Africa ricoperte di neve e per raggiungere la vetta dal campo base bisogna camminare per 80 chilometri, perché è un giro ad anello. Il Parco è riserva naturale, gli ingressi sono limitati a una trentina di scalatori all’anno e a un centinaio di persone che entrano per fare birdwatching. Non esistono sentieri, il campeggio è vietato e non ci sono soccorsi. In quell’occasione, Ruffoni aveva scalato la vetta con una guida, condizione obbligatoria. Fino al campo base lo avevano accompagnato dei portatori e dei rangers armati.
Ora che ha fatto il salto di qualità, raggiungendo la prima vetta oltre i seimila metri, lo scalatore ha già pronti altri nuovi obiettivi.
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