L'ANALISI
02 Maggio 2025 - 17:55
CASALMAGGIORE - La comunità sportiva casalasca saluta con commozione Fausto Pozza, scomparso all’età di 83 anni dopo una lunga malattia. Il suo volto e il suo nome, per molti, evocano un tempo in cui la boxe era più che uno sport: era una scuola di vita, una palestra di valori, un orgoglio del territorio.
Fausto, originario di Voltido, è stato uno dei protagonisti di quella stagione indimenticabile del pugilato locale, tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio dei Settanta. Il suo funerale si terrà domani, alle 15, nella chiesa parrocchiale di Vicomoscano. A dargli l’ultimo saluto saranno la moglie Angela, i figli Katia, Moreno e Victor. Con lui se ne va anche un pezzo importante della memoria sportiva di Casalmaggiore.
Pozza era diventato pugile professionista nel 1965, nella categoria dei pesi medi. Un esordio promettente, il suo, con una vittoria ai punti contro Mario Bacchetti, a Cremona. Poi, sul ring, affrontò pugili di grande calibro: da Massimo Bruschini, olimpionico a Tokyo 1964, a Mario Romersi, che negli anni successivi sarebbe diventato campione italiano. Pozza non si tirò mai indietro, nemmeno quando il verdetto finale era sfavorevole.
In tutto disputò sette incontri professionistici, uno solo vinto e sei persi, ma tutti combattuti con dignità, coraggio e spirito sportivo. Nell’autunno del 1969 tornò a combattere dopo una lunga pausa, affrontando diversi avversari in pochi mesi, tra cui il croato Jože Maver in un incontro internazionale a Zagabria. L’ultimo match lo disputò nel febbraio del 1970 a Cascina, in Toscana, contro Ilvano Pacchini. Poi, la decisione di lasciare l’agonismo e ritirarsi. Pozza ha sempre messo il cuore in quello che faceva.
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