L'ANALISI
28 Aprile 2025 - 21:26
Gianfranco Berneri, Charles Beare con il Vesuvius, Gian Carlo Corada e Andrea Mosconi
CREMONA - «Lo definii il Papa della liuteria negli anni in cui consigliò alla Fondazione Stauffer di acquistare il violoncello di Stradivari ex Cristiani 1700. Lui mi guardò, ero allora sindaco, e cercò di ridimensionare la mia citazione», ricorda Paolo Bodini parlando di Charles Beare. L'eccellente liutaio britannico, commerciante di violini e tra i massimi esperti di liuteria è scomparso sabato 26 aprile 2025 nella sua Londra. Con Beare se ne va un pezzo di liuteria cremonese, se ne va un protagonista assoluto della storia novecentesca del saper fare liutario, legato direttamente al magistero di Simone Fernando Sacconi da cui apprese l’arte di analizzare e individuare i grandi capolavori della liuteria cremonese e di cui si sentiva in un certo qual modo erede.
Nel 2001, il New York Times ha descritto Beare come «l’autenticatore più stimato al mondo». Nel 2002, la Cnn lo ha definito «il commerciante di violini più rispettato al mondo» e «il re di tutti i commercianti di violini». Si stima che Beare abbia firmato personalmente più di 5.000 certificati di autenticità nel corso della sua carriera. Quarto di cinque figli in una famiglia di esperti di violini, è stato direttore della John & Arthur Beare, con sede a Londra, prima di dimettersi nel 2012. Attualmente era direttore dell’azienda di famiglia Beare Violins.
«Beare aveva Cremona nel cuore — racconta il maestro Bruce Carlson —. Lo conoscevo dal 1974, è grazie a lui, alla sua sapienza e alla sua generosità che Cremona ha potuto riappropriarsi nella sua tradizione liutaria, ha potuto conoscere a fondo l’unicità dei suoi artigiani, Amati, Guarneri del Gesù e soprattutto Stradivari. Con Charles abbiamo lavorato alla mostra delle Stradivariane del 1987 in cui portammo a Cremona 44 Stradivari. Ma importante è stato il suo apporto anche nelle mostre di liuteria dedicate ad Amati, a Guadagnini, a Guarneri del Gesù e a Bergonzi. Charles aveva una generosità e un’attenzione per Cremona molto particolare, ricordo la sua felicità per la nascita del Museo del Violino, la sempre accorta disponibilità a sostenere e aiutare la città che ha dato i natali ai grandi maestri dell’arte liutaria».
Per questo il sindaco Renzo Zaffanella all’indomani delle Stradivariane volle nominare Beare cittadino onorario, un titolo che il ‘cacciatore di Stradivari’ seppe onorare in molteplici interventi e consulenze prestate alla città e alla sua voglia di recuperare gli antichi gioielli della sua arte liutaria. Fra le ultime attribuzioni c’è stata quella dello Stradivari Vesuvius, ritornato in città nell’ottobre 2005.
Chi va alle origini del legame fra Beare e Cremona è Wanna Zambelli che ricorda: «Beare è stato uno dei più importanti allievi di Simone Fernando Sacconi. L’ho conosciuto fin dal 1972, nella bottega di Francesco Bissolotti, dove io ho perfezionato la mia preparazione di liutaia dopo il diploma e dove ho imparato dallo stesso Sacconi — racconta —. Ho collaborato con Beare e Bissolotti nella preparazione del libro ‘Dalla liuteria alla musica: l’opera di Simone Fernando Sacconi’ del 1985, libro per il quale Beare ha firmato l’introduzione e una toccante testimonianza. Nel settembre del 1973, è stato lo stesso Beare a presiedere la giuria della V Biennale Nazionale degli Strumenti ad Arco di Cremona al posto di Sacconi, scomparso il 26 giugno dello stesso anno. Per me Beare è stato, insieme a Bissolotti, il vero erede di Sacconi a Cremona, del quale ha diffuso l’insegnamento appreso presso la famosa Casa di restauro Wurlitzer di New York. Cremona deve molto a Beare, sia per l’organizzazione delle Stradivariane del 1987 sia per la collaborazione con la Stauffer per l’acquisto di preziosi strumenti classici cremonesi oggi conservati al Museo del Violino. Il mondo degli esperti di liuteria perde uno dei suoi più grandi rappresentanti».
E il ricordo di Zambelli si unisce al cordoglio del restauratore americano Carlos Arcieri, allievo di Sacconi da Wurlitzer, che ha scritto a Zambelli: «Ci mancherà tantissimo il nostro caro amico ed eccezionale artista-umano. Faremo tesoro del suo ricordo». Con Beare la comunità dei liutai e la città di Cremona perdono non solo un appassionato e competente studioso ed esperto dell’arte liutaria, ma un amico, un punto di riferimento. Per decenni davanti alla possibilità dell’acquisto di un violino, amministratori e non solo prima di ogni azzardo dicevano: «Chiediamolo a Beare».
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