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CREMONA. DIOCESI

Per Sant’Ilario trasloco entro il 2030

L’area dell’oratorio destinata a tornare al Demanio. Le attività trasferite a Sant’Agata

Nicola Arrigoni

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narrigoni@laprovinciacr.it

30 Aprile 2025 - 05:10

Per Sant’Ilario trasloco entro il 2030

CREMONA - «Non siamo sotto sfratto, ma sappiamo che con ragionevole certezza nel 2030 i locali in cui oggi c’è l’oratorio di Sant’Ilario torneranno al Demanio. Per questo ci stiamo attrezzando e pensando a soluzioni possibili», afferma don Irvano Maglia, parroco dell’unità pastorale di Sant’Agata, Sant’Ilario e Sant’Agostino, rispondendo a voci che vogliono imminente il trasloco da via Chiara Novella. Il progetto è quello di portare nell’ex convento di San Benedetto la sede dell’Archivio di Stato, da qui la necessità di lasciare liberi gli spazi ora occupati dall’oratorio che ospitano numerose attività. Per ora c’è tempo e la questione non è così immediata. La Fondazione Stauffer, attualmente proprietaria dell’ex monastero, ha proposto di donare l’immobile al Demanio, l’originario proprietario. Ma per ora non s’è avuta risposta. Nel frattempo è stato effettuato il recupero delle coperture e il consolidamento, realizzato dalla Sovrintendenza per volontà dell’ex sovrintendente Gabriele Barucca.

Spiega don Maglia: «Abbiamo rinnovato la convenzione nel 2024 con il Demanio per l’occupazione dell’area, concessione che scadrà nel 2030. Quando abbiamo incontrato i rappresentanti del Demanio ci hanno però detto che quasi certamente la convenzione non verrà rinnovata ulteriormente, per questo — spiega don Maglia — ci siamo mossi. Abbiamo fatto uno studio di interventi a lotti sull’oratorio di Sant’Agata e la villa Trecchi ad esso annessa che con ogni probabilità diverranno la sede dove si trasferiranno le attività oggi ospitate in via Chiara Novella. Tutto ciò ci porterà a ridefinire gli spazi anche di via Magenta con il chiostro del complesso a ridosso di Sant’Ilario. Abbiamo, per fortuna, ancora margine, ma certo non dobbiamo farci trovare impreparati. Per questo stiamo ipotizzando, con uno studio di architetti, quali possono essere i lotti da attivare in modo tale da non interferire con le attività dell’unità pastorale. Abbiamo anche l’oratorio di Sant’Agostino che può venire in aiuto. Una soluzione da qui al 2030 si troverà, a questo stiamo lavorando».

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