L'ANALISI
28 Aprile 2025 - 19:35
CREMONA - Sono rientrati in città i 900 giovani pellegrini cremonesi che hanno partecipato al Giubileo degli adolescenti e reso omaggio a papa Francesco. Si è concluso ieri mattina presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri a Roma, il pellegrinaggio giubilare diocesano con il vescovo Antonio Napolioni. «Un’esperienza di fede, amicizia e cammino che ha trovato nell’ultimo giorno un momento più raccolto e che ha riunito insieme al vescovo l’intero gruppo diocesano», si legge sul sito della Diocesi.
A presiedere l’eucaristia proprio il vescovo cremonese Napolioni, che ha voluto consegnare ai ragazzi un invito concreto a non restare spettatori della propria vita e della propria fede. «Un’altra cosa che vorrei portassimo a casa è questa: ‘mio, è mio’, da bambini l’abbiamo imparato presto. Pensateci un attimo: come usiamo questa parola? Ora ce la sentiamo di dire: la Chiesa è la mia famiglia, è la mia casa?» Un interrogativo che va oltre il pellegrinaggio e il momento vissuto insieme a Roma: un invito a riconoscere, a fare proprio il cammino di fede e a prendere in mano la propria vita: «Bisogna saldamente appropriarsi della vita – ha proseguito il vescovo nell’omelia – altrimenti rischiamo di vivere una vita che non è nostra, una vita ancora chiusa in casa».
Dopo due giornate intense di incontri, visite, preghiera, la celebrazione di domenica mattina è stata l’occasione per raccogliersi nuovamente come diocesi. «Gesù ha una strada per incontrare ciascuno di noi. Ha un appuntamento con noi sempre», ha ricordato ancora il vescovo, richiamando ciascuno dei presenti a riconoscere i segni della presenza di Dio nel quotidiano.
A concelebrare l’eucaristia tutti i sacerdoti che hanno accompagnato i ragazzi, raggiunti per l’occasione anche dal cremonese don Michele Martinelli, sacerdote diocesano da alcuni anni in servizio a Roma come assistente nazionale dell’Acr, l’Azione cattolica ragazzi. Dopo la celebrazione, gli adolescenti si sono goduti gli ultimi momenti nella città eterna, prima del ritorno, si legge sul sito della Diocesi. Dopo tre giorni di sole, il cielo si è chiuso proprio al momento della partenza, salutando i ragazzi con una pioggia leggera. Un ultimo segno, insieme alla stanchezza, che è tempo di riposare e custodire nel cuore ciò che hanno vissuto.
«Quando abbiamo proposto in diocesi di partecipare al Giubileo degli adolescenti in questo Giubileo indetto da papa Francesco per il 2025 – racconta don Francesco Fontana, responsabile della Federazione oratori cremonesi – ci saremmo aspettati tante cose, ma non quello che è effettivamente successo. Il desiderio era di condividere un’esperienza di Chiesa grande, bella, festosa, mondiale, gigante, un po’ sull’esempio delle Giornate mondiali della gioventù, che normalmente non sono però aperte ai ragazzi così giovani». Poi le incertezze sulla salute del Papa e a poche ore dalla partenza la morte. Il Giubileo è stato comunque confermato ed è stata «una nuova esperienza di Chiesa, ancora più pregnante e profonda, di segno molto diverso dal punto di vista emotivo, come il funerale di papa Francesco», ha aggiunto don Fontana.
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