L'ANALISI
26 Aprile 2025 - 05:30
Ilario Losio e la palazzina Aler
CREMA - «La spesa all’anziana mamma che abita all’ultimo piano la deve fare il figlio, perché lei non è in grado di salire e di scendere le scale. Da due mesi l’ascensore non funziona e per le famiglie che abitano in questa palazzina, tutte composte da persone anziane, è un grosso problema». L’edificio in questione è di proprietà dell’Agenzia lombarda per l’edilizia residenziale, si trova in via Enrico Martini 62, nel quartiere di San Bernardino, si compone di quattro piani e ospita dieci famiglie. A denunciare la situazione è Ilario Losio, uno dei residenti, le cui richieste di intervento non hanno avuto successo. Quello dell’ascensore fuori uso è diventata una costante nel piccolo condominio.
«Ogni tanto viene la ditta che ha in carico le manutenzioni — spiega — lo sistema, ma poi dopo poche settimane si guasta di nuovo. Sono intervenuti anche giovedì mattina, ma senza riuscire ad eseguire la riparazione».
La questione è quella che i tecnici ci mettono una ‘pezza’, ma l’elevatore è talmente datato che non resiste mai troppo a lungo in funzione. «Il manutentore — spiega lo stesso Losio — ci ha detto che mancano i pezzi di ricambio perché l’ascensore è troppo datato. Sarebbe da sostituire, ma farlo comporta una spesa elevata. Io capisco benissimo che l’Aler incassi poco dagli affitti e che certe spese non siano convenienti. Però — tiene a sottolineare — non si possono nemmeno lasciare dieci famiglie composte da persone anziane senza la possibilità di uscire di casa, perché molte non sono in grado di fare le scale».
L’inquilino aggiunge anche la difficoltà nel contattare chi deve venire per eseguire la riparazione.
«L’Aler di Cremona non risponde più — precisa Losio — ormai dobbiamo rivolgerci a Brescia. Quando chiamiamo il numero verde, ci dicono che informeranno il tecnico. Ogni tanto — prosegue nella descrizione — il tecnico viene anche, ma una riparazione definitiva non avviene, per i motivi che ho già esposto. Intanto, noi siamo bloccati in casa».
Quello dell’ascensore fuori uso non è comunque l’unico disservizio segnalato dall’inquilino: «La porta d’ingresso (nella foto in alto) della palazzina è rotta e non si chiude più. In pratica, chiunque può entrare, di giorno o di notte. Abbiamo chiesto di ripararla, ma siamo ancora in attesa. Abbiamo anche un po’ paura».
Sentito l’ufficio stampa dell’Aler, la replica arriverà dopo le necessarie verifiche.
Quella intitolata a Enrico Martini non è una via fortunata per gli ascensori. Qualche metro più in là del condominio che lamenta un gusto che dura da due mesi, al civico 62b, il problema è identico e la palazzina di alloggi popolari è sempre di proprietà dell’Aler, l’Azienda lombarda per l’edilizia residenziale. Negli ultimi due anni e mezzo, come hanno denunciato a più riprese le otto famiglie residenti, l’elevatore ha funzionato a singhiozzo. Da luglio a fine ottobre dello scorso anno era rimasto fermo in quanto inagibile. Poi, dopo la protesta degli abitanti, i lavori di riparazione erano finalmente stati eseguiti dalla ditta che ha in carico le manutenzioni per conto di Aler. Manutenzioni probabilmente non eseguite a regola d’arte, in quanto, a distanza di poco più di due mesi, l’ascensore della palazzina di via Enrico Martini 62b si era di nuovo bloccato. In quell’occasione con all’interno una donna, cosa che aveva richiesto l’intervento dei vigili del fuoco per aprire l’elevatore e riportarlo al piano. La signora se l’era cavata con una buona dose di spavento. Essendo il guasto avvenuto nelle ore serali, c’era il rischio che nessuno se ne accorgesse e che rimanesse chiusa dentro. L’apparecchio è molto datato e pare essere questo il motivo dei frequenti guasti. Reperire i pezzi di ricambio per un ascensore così vecchio non è semplice.
A segnalare il disservizio, in un paio di occasioni, era stato Salvatore Pagano, che abita nel condominio. Poi, visto il persistere del problema, gli inquilini si erano rivolti al consigliere comunale Ilaria Chiodo. Quest’ultima aveva segnalato che nella palazzina abitano quattro persone anziane e una che ha avuto gravi problemi di salute e non può fare le scale.
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