Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

CREMA. LA FAME DI ABITAZIONI

Case popolari: 343 richieste, ma soltanto 20 da assegnare

Il vicesindaco Fontana: incontro con il comitato degli inquilini per parlare degli alloggi disponibili

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

27 Marzo 2025 - 05:20

Case popolari: 343 richieste, ma soltanto 20 da assegnare

Nel riquadro Cinzia Fontana

CREMA - Venti appartamenti a fronte di 343 domande presentate, da cui sono risultate 85 le famiglie aventi diritto. Insomma, solo una famiglia su quattro potrà trovare una sistemazione quest’anno in un alloggio ad affitto calmierato messo a disposizione dal Comune. Nei giorni scorsi è stata definita la graduatoria relativa all’ultimo bando per le case popolari, emanato in autunno dagli uffici di piazza Duomo. Non solo per residenti in città, ma anche per chi viva nel distretto cremasco, in comuni che non abbiano a disposizione appartamenti di proprietà dell’ente pubblico.

Nel frattempo, grazie a 150mila euro di fondi che verranno garantiti dal ministero delle Politiche sociali, nell’ambito del piano Next generation Eu del Pnrr, il Comune potrà recuperare quattro appartamenti di proprietà. In questo modo gli alloggi verranno poi resi disponibili per le famiglie aventi diritto, contribuendo così, seppur in minima parte, ad alleviare la ‘fame’ di abitazioni ad affitto calmierato. Tre di questi appartamenti si trovano nel complesso residenziale di via Bramente, uno è in via Venezia. La spesa per le quattro riqualificazioni è di poco inferiore ai 150mila euro. In programma interventi di rifacimento degli impianti elettrici e di riscaldamento, ulteriori lavori edili, tinteggiatura delle pareti e altre ristrutturazioni per rendere di nuovo abitabili i vani. Del progetto si è occupato l’architetto Aldo Assandri di Pianengo. Il Comune deve ora affidare i lavori con l’obiettivo di poter assegnare gli appartamenti entro qualche mese.

ewew

Gli alloggi vanno a sommarsi ai 16 per i quali erano già previsti lavori di adattamento, in modo da poterli assegnare quest’anno. Previsioni di spesa che erano state inserite dal Comune nel documento unico per la programmazione relativo al 2025. Tra gli oltre 300 alloggi di proprietà del Comune, la gran parte è stata realizzata tra gli anni ‘70 e ‘90 del secolo scorso: circa 70 appartamenti nel decennio 1970-1980 e circa 190 tra il 1980 e il 1990. In città ci sono poi oltre 500 appartamenti di proprietà dell’Aler, che a sua volta gestisce quelli comunali. «Nei prossimi giorni avremo un incontro in merito alle nuove disponibilità con il comitato inquilini — commenta il vicesindaco e assessore al Patrimonio Cinzia Fontana —: sarà l’occasione per fare il punto sule prossime assegnazioni, sui lavori e sulle richieste dei residenti».

Nei mesi scorsi l’amministrazione municipale si era anche impegnata a individuare con l’Aler protocolli operativi, che possano consentire di migliorare la gestione del patrimonio residenziale pubblico. Questo intervento chiama in causa i settori che hanno a che fare con l’area sociale, tecnica per le manutenzioni e il patrimonio, finanziaria e quello della polizia locale, legato alla sicurezza.

CARITAS E ACLI GARANTI COI PROPRIETARI

Una possibile ancora di salvezza per contrastare la fame di case ad affitto calmierato, che attanaglia il Cremasco, è rappresentata dall’avvio di un progetto che si rifà in parte ad un’analoga iniziativa del passato. Lo promuovono la Caritas diocesana (guidata dal direttore Claudio Dagheti) e le Acli. Puntano a intercettare i privati, che preferiscono non affittare piuttosto che affrontare la ricerca di inquilini, con il rischio di inconvenienti: dagli affitti non pagati, ai danni all’abitazione.
L’obiettivo dell’iniziativa è mettere sul mercato alloggi che, nel giro di qualche settimana, potrebbero tornare disponibili, a canoni accessibili, rispetto a quelli degli affitti attuali.

Il progetto Abitare punta proprio a sbloccare questi appartamenti ‘dormienti’, per cercare di tamponare le difficoltà di famiglie a basso reddito nel trovare una sistemazione.

Il prezzo di una casa in affitto nel Cremasco è ormai esploso: a gennaio la media era di 10,35 euro al mese al metro quadrato. In ottobre era 9,82 euro, a gennaio 2024 di 9,54 euro.

La Caritas e le Acli assumono un ruolo di garanti. Grazie alla presenza di un fondo diocesano sono infatti in grado di dare sicurezze al proprietario. Quest’ultimo sottoscrive il contratto a canone moderato con le due associazioni, mentre l’inquilino firma il contratto di servizio che prevede il pagamento del canone e un accompagnamento educativo. Una commissione ha la responsabilità della gestione del fondo di garanzia e della valutazione delle unità abitative, degli inquilini e dei progetti.
Prevista un’equipe che segua gli inquilini integrata con servizi sociali e il resto della rete, che già li sostiene.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400