L'ANALISI
25 Aprile 2025 - 05:15
(foto d'archivio)
CASALMAGGIORE - Contro l’ordinanza del 15 maggio 2024 emanata dal Comune di Casalmaggiore, che imponeva la bonifica e lo smaltimento dei rifiuti accumulati presso l’ex stabilimento Veryflon, in via degli Artigiani 27, nella frazione di Vicoboneghisio, è stato presentato un ricorso straordinario al Capo dello Stato, Sergio Mattarella. A proporlo è stato il curatore fallimentare della Veryflon, uno dei due soggetti destinatari del provvedimento. Nessun ricorso da parte della Savoy Reoco Srl, attuale proprietaria dell’area.
Il ricorso è stato inoltrato al Presidente della Repubblica e sarà valutato dal Consiglio di Stato, che emetterà un parere vincolante, previo parere istruttorio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. In risposta alla comunicazione ministeriale del 25 marzo 2025, il Comune è stato invitato a trasmettere una memoria difensiva e la documentazione tecnica a sostegno della propria ordinanza.
Per redigere la memoria, l’amministrazione comunale ha affidato incarico legale diretto all’avvocato Paolo Antonini, professionista con comprovata esperienza in diritto amministrativo e ambientale. Il curatore fallimentare della Veryflon contesta di essere il soggetto tenuto alla bonifica, ritenendo che l’obbligo debba ricadere unicamente sull’attuale proprietario dell’area. Secondo la giurisprudenza in materia ambientale in realtà il soggetto fallito dovrebbe continuare ad avere obblighi di gestione e smaltimento finché permane il possesso dei beni. Resta da vedere, ora, quale sarà l’esito del ricorso.
L’area dell’ex Veryflon è da tempo al centro di attenzioni ambientali: già nel 2018, Arpa Lombardia aveva segnalato la presenza di grandi quantità di rifiuti industriali abbandonati. Dopo il fallimento dell’azienda (2019) e l’acquisto dei capannoni da parte di Savoy Reoco, la situazione è rimasta inalterata. Solo nel 2024 il Comune ha adottato provvedimenti coercitivi per risolvere l’emergenza ambientale. Nel frattempo, Savoy Reoco ha avviato le attività di caratterizzazione dei rifiuti e ha ottenuto, a gennaio 2025, una proroga dei termini fino al 31 gennaio per completare le operazioni.
La decisione del Consiglio di Stato sul ricorso straordinario sarà determinante per definire le responsabilità. Il Comune, nel frattempo, ha scelto di difendere la propria ordinanza, ribadendo l’impegno per il rispetto delle normative ambientali e per la tutela del territorio.
La procedura del ricorso straordinario, pur alternativa a quella giurisdizionale presso il Tar, rappresenta uno strumento incisivo per contestare atti amministrativi. Ed è proprio per questo che l’Amministrazione ha deciso di affidare la redazione della memoria a un legale esterno. In attesa dell’esito, l’obiettivo resta lo stesso: bonificare un sito industriale dismesso e restituirlo in sicurezza alla comunità.
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