L'ANALISI
CREMONA. LA POLEMICA
23 Aprile 2025 - 15:09
CREMONA - «Comprendiamo e condividiamo la preoccupazione per gli episodi di violenza che si sono verificati in città. Ma non possiamo accettare che si scarichi la responsabilità della sicurezza urbana sui pubblici esercizi. I gestori dei locali sono già oggi, responsabili, per legge, non solo di quanto accade all’interno dei loro spazi, ma anche nelle immediate vicinanze. E la stragrande maggioranza opera con serietà, nel rispetto delle norme e con spirito di servizio verso la comunità».
Così Alessandro Lupi, presidente di Fipe Confcommercio Provincia di Cremona, interviene dopo la riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica e le recenti dichiarazioni politiche, che propongono una riflessione sull’eventualità di rivedere gli orari di apertura e le modalità di vendita di alcolici nei pubblici esercizi cittadini.
«Non è corretto – prosegue Lupi – pensare a misure univoche e penalizzanti per un intero settore. Ci sono realtà che lavorano bene, che rispettano le regole e che contribuiscono a mantenere viva la città, offrendo un presidio sociale fondamentale. Una città deserta non è una città più sicura. Anzi: è una città più vulnerabile, spenta, senza luoghi di incontro e di socialità. E già oggi il nostro centro storico rischia di spegnersi, diventando terra di nessuno».
È importante, inoltre, distinguere con chiarezza: i recenti episodi di cronaca, che hanno coinvolto singoli avventori di esercizi pubblici, non possono essere considerati la causa dell’insicurezza in città, che è invece legata a dinamiche ben più complesse, di ordine sociale e urbano, e che richiedono risposte strutturate, coordinate e lungimiranti.
Un aspetto che non può essere trascurato, aggiunge Fipe, è l’ambizione di Cremona di affermarsi sempre più come città universitaria e destinazione turistica di rilievo. «Perché questa visione si traduca in realtà, occorre anche garantire un’adeguata offerta di locali, bar e ristoranti, in grado di accogliere studenti, visitatori e cittadini, creando occasioni di incontro, cultura e vivibilità urbana. Limitare indiscriminatamente gli orari o imporre misure drastiche andrebbe in direzione opposta a questa prospettiva di sviluppo».
Fipe non si sottrae al confronto e si dice disponibile a lavorare con il Comune, la Prefettura e tutte le istituzioni coinvolte per individuare soluzioni efficaci che possano garantire la tranquillità dei cittadini senza colpire indiscriminatamente chi lavora onestamente.
«Siamo pronti a sederci a un tavolo – ribadisce il presidente – per definire insieme interventi mirati, basati su analisi concrete e sul coinvolgimento diretto delle categorie. Chi non rispetta le regole, omettendo di vigilare sui propri avventori, va punito anche in modo severo. Ma non bisogna dimenticare che è proprio nell’interesse dei gestori garantire ambienti sicuri per gli avventori e per i cittadini dei quartieri. È una responsabilità che i titolari di esercizi pubblici sentono forte, perché è parte integrante della loro attività e della relazione quotidiana con la comunità».
«Sì al rispetto delle regole, anche intervenendo in modo rigido verso chi le viola – conclude Lupi – ma no a provvedimenti generalizzati che rischiano di colpire anche chi quelle regole le applica ogni giorno con serietà e responsabilità. La sicurezza si costruisce insieme, non con soluzioni calate dall’alto, ma attraverso un confronto costante e concreto: da parte nostra c’è la massima disponibilità a collaborare con il Comune, la Prefettura e tutte le istituzioni coinvolte, come già avvenuto in modo proficuo in altre occasioni».
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