L'ANALISI
22 Aprile 2025 - 18:22
CREMONA - Sicurezza o movida, attrattiva o tranquillità. Il più classico dei dilemmi delle città universitarie si pone anche per Cremona ora che si valuta una stretta sugli alcolici dopo gli ultimi episodi violenti che hanno scosso la città. L’ultimo caso risale a sabato sera con l’accoltellamento di un 48 fuori da un locale di quartiere Po. Per discutere delle misure da adottare, oggi, il prefetto Antonio Giannelli ha riunito il comitato per l’ordine e la sicurezza. Sul tavolo proprio le misure «da adottare ulteriormente» per garantire una serena convivenza civile alla comunità. E, sulla base di una prima analisi degli ultimi eventi che hanno turbato la tranquillità cittadina, il prefetto ha voluto puntare la lente sull’uso e abuso di alcol.
«Quando si parla di risse, aggressioni e litigi – ha commentato Giannelli – quasi la totalità dei casi è legata a episodi di consumo smodato di alcol». Una situazione che più volte era stata portata all’attenzione delle cronache negli scorsi mesi, anche nei casi più eclatanti: erano dichiaratamente ubriachi i giovani aggressori del titolare del Kebab K2; venivano da una serata alcolica anche gli aggressori del barista della Ciocco. E da quest’abuso scaturiscono quelli che vengono definiti ‘reati eruttivi’, cioè imprevedibili, dettati da fattori irrazionali. E pertanto più difficili da contrastare.
Certo non si può dire che dei provvedimenti in questo senso non siano già stati presi, in particolare sul fronte del controllo del territorio. Sono aumentati gli organici delle forze dell’ordine, la polizia locale ha assunto nuovi agenti e ufficiali, gli impianti i videosorveglianza sono stati incrementati, il regolamento comunale di convivenza civile è stato integrato con l’introduzione del daspo urbano. Un incremento importante che ha puntellato le attività di controllo in tutti gli ambiti: «Non ci sono solo le risse – ha puntualizzato Giannelli –, i nostri agenti sono impegnati anche sul fronte delle effrazioni, delle rapine e di tutte le altre fattispecie di reato che si presentano».
Ora sul tavolo ci sarebbero però, ancora tutti da valutare, nuovi provvedimenti per contrastare il fenomeno. E tra le opzioni ci sarebbe la chiusura anticipata di bar e locali o l’introduzione di limitazioni orarie per la vendita di alcolici. Ma per il momento non si è deciso nulla: Prefettura e amministrazione si sono dati del tempo per riflettere. Anche perché il tema è particolarmente delicato: le limitazioni agli esercizi commerciali in nome di una maggior sicurezza, peraltro assenti in città come Piacenza, Mantova o Brescia, rischiano di penalizzare una categoria e l’intera cittadinanza nelle legittime esigenze di socialità e svago. Fino a che punto l’appello a una maggior sicurezza può giustificare la potenziale desertificazione delle notti cittadine e del centro storico? E quanto se lo può permettere una città come Cremona che ha scommesso sul futuro universitario?
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