L'ANALISI
22 Aprile 2025 - 10:32
CORTEMAGGIORE - Basterebbe quella foto in bianco e nero, di operai impegnati negli scavi e protetti dal sole con berretti o cappelli di paglia, a raccontare la storia dell’impianto di stoccaggio magiostrino. Sullo sfondo, un cartello con la scritta «Lavori del metanodotto Cortemaggiore-Cremona-Casalbuttano-Soresina-Ripalta-Caviaga».
E poi la portata: 1.750.000 metri cubi al giorno. A sessant’anni dall’inaugurazione dell’impianto che ha segnato un cambio di rotta epocale per il Piacentino e per il Cremonese, Snam ha deciso di aprire le porte ai visitatori. Nei giorni scorsi, infatti, presso il sito si sono svolti due momenti di visita coordinati dal personale. Il primo ha visto la partecipazione della autorità; il consigliere regionale dell’Emilia-Romagna Lodovico Albasi, il sindaco di Cortemaggiore Luigi Merli con gli assessori Stefano Rancan e Simona Bozzani, il consigliere comunale Stefano Rossi, il sindaco di Besenzone Carlo Filiberti. Poi è toccato a decine di cittadini, suddivisi in due turni.
Nell’occasione è stata ricordata proprio la storia: nel 1964 Cortemaggiore ha segnato l’inizio di una nuova era per l’energia in Italia, perché qui è nata l’attività di stoccaggio del gas naturale, una soluzione strategica per garantire sicurezza e continuità nella disponibilità di gas, bilanciando domanda e offerta in ogni stagione. Oggi, dopo 60 anni, il sito magiostrino continua a essere un pilastro per il sistema energetico nazionale: 29 pozzi attivi, progettati per ottimizzare i processi di iniezione ed erogazione del gas; tecnologie avanzate per la compressione e il trattamento del gas, assicurando qualità e affidabilità; un ruolo strategico nel rispondere alle esigenze di famiglie, industrie e comunità, soprattutto in situazioni di grande domanda.
«Questo anniversario dunque non è solo un traguardo per il sito, ma un momento per ringraziare tutte le persone che, negli anni, hanno lavorato con passione e competenza per far crescere questa eccellenza italiana – hanno spiegato da Snam –. Siamo orgogliosi di celebrare insieme questo importante traguardo, guardando al futuro con la stessa determinazione che ci ha portati fin qui».
Qualche dato tecnico: il sito di stoccaggio di Cortemaggiore, dotato di una capacità che esclusa la riserva strategica è pari a quasi il 5% di quella complessivamente gestita da Snam attraverso Stogit, ha contribuito ad affrontare e concludere in sicurezza una stagione invernale caratterizzata da temperature più rigide di quelle registrate negli ultimi anni. Al 31 marzo, in particolare, il livello di riempimento degli stoccaggi italiani era pari a circa il 42-43%, ampiamente superiore al livello medio di riempimento degli stoccaggi europei, pari al 34%.
Questo nonostante l’incremento dell’8,8% della domanda nazionale di gas registrato nel primo trimestre 2025 in confronto allo stesso periodo del 2024, e il conseguente aumento del ricorso agli stessi stoccaggi, che a gennaio e febbraio 2025 è cresciuto del 22% rispetto all’anno precedente. A trainare i consumi sono state le minori temperature e, soprattutto, i consumi termoelettrici (+27% nel primo trimestre), ai quali la produzione di energia solare ed eolica – compensata proprio dal gas – ha fornito un contributo inferiore alle attese.
«Anche per questo Snam sta proseguendo nel consolidamento del proprio sistema di stoccaggio che, con la recente acquisizione di Edison Stoccaggio (ora Stogit Adriatica) conta oggi 12 siti sul territorio nazionale – fa sapere la società –, pari a un sesto dell’intera capacità di stoccaggio europea. Molto positivi, grazie anche agli incentivi definiti da Arera, gli esiti delle aste per il riempimento dei siti in vista della prossima stagione invernale, con cui Snam ha già assegnato agli operatori buona parte della capacità di stoccaggio per l’anno termico corrente».
Lo stoccaggio del gas è infatti ancora oggi un elemento chiave della sicurezza energetica nazionale e svolge tre funzioni fondamentali: garantisce la disponibilità fisica di energia, mitiga la volatilità dei prezzi e permette il bilanciamento del sistema elettrico, proteggendolo dalla non programmabilità delle fonti rinnovabili.
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