L'ANALISI
20 Aprile 2025 - 13:00
CREMA - Le persone con disabilità nel Cremasco sono l’1,8% della popolazione residente: sfiorano le 3.000 unità. Molti di loro sono adulti, con la prospettiva, se non già con la condizione, di doversela cavare da soli, vuoi per l’età avanzata dei genitori, vuoi per il fatto di non averli più.
Al momento il ‘Dopo di noi’, il progetto socio-assistenziale messo in campo da anni nel Cremasco, garantisce solo a una minima parte di queste persone la possibilità di una vita indipendente: 52 in tutto quelle che hanno aderito, meno del 2%. Per il prossimo triennio, l’obiettivo degli enti locali è cercare di garantire questa opportunità a un numero sempre maggiore di residenti. Comune di Crema in testa, in quanto capofila del distretto, gli altri protagonisti sono Comunità sociale cremasca, con i servizi sociali dei 48 enti aderenti all’azienda speciale consortile che si occupa del welfare e le associazioni del terzo settore che si occupano di disabilità.
«Al 30 settembre 2024 — si legge nel documento di piano approvato dall’assemblea dei sindaci cremaschi — nel distretto risultano presenti 2.976 anagrafiche associate al target ‘disabilità’. Appare complessa la mappatura dei possibili beneficiari della misura ‘Dopo di noi’, in quanto permangono sul territorio situazioni che non vedono la presa in carico dei servizi sociali comunali». Attualmente sono 52 le persone che hanno aderito al progetto: si tratta soprattutto di adulti, che beneficiano di misure di assistenza, cura e protezione non determinate dall’invecchiamento o da patologie connesse, ma in quanto sono prive di sostegno familiare. Il documento che programma le attività per il triennio 2025-2027 fa anche il punto sulle altre iniziative a favore delle persone con disabilità attivate nel territorio, sempre tramite i servizi sociali comunali.
Sono 276 le assistenze domiciliari, 982 beneficiano dell’assistenz ad personam, che comprende anche quella scolastica per i minori. I centri socio-educativi accreditati nel Cremasco sono quattro e ospitano 85 persone. A questo vanno aggiunti due centri sociosanitari con 26 posti, tre comunità di alloggio con otto posti, mentre sono 123 quelli autorizzati nelle residenze sanitarie che si occupano di assistenza ai disabili. Infine, in 71 sono in carico al servizio di formazione all’autonomia e in 50 frequentano i centri diurni. La media dell’età dei beneficiari del ‘Dopo di noi’ è di 45 anni. Nella maggior parte delle situazioni, i genitori sono assenti, anziani o non in grado di fornire l’adeguato sostegno. La minoranza invece è rappresentata da persone, più giovani d’età, con ancora una famiglia presente e di supporto, ma che iniziano ad avvicinarsi al tema della vita indipendente e dunque devono lavorare progressivamente al distacco dalla famiglia d’origine.
Nel corso degli anni, 18 persone hanno abbandonato il ‘Dopo di noi’ a causa di cambiamenti delle condizioni e dei contesti di vita: 14 beneficiari hanno avviato una coabitazione con altre persone con disabilità, in 12 hanno rinnovato percorsi di accompagnamento all’autonomia in alloggi e otto stanno svolgendo il primo biennio di progetto.
«Negli ultimi anni sul territorio sono aumentate le persone che si sono avvicinate e hanno intrapreso il ‘Dopo di noi’ — confermano gli estensori del documento — ci sono state occasioni formative e di confronto anche a livello degli amministratori locali. Ci sono state famiglie che hanno chiesto maggiori informazioni e si sono avvicinate a questo possibile percorso. Attraverso l’attivazione di nuove progettualità personalizzate è stato possibile ampliare e consolidare i rapporti con i vari enti del territorio».
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