L'ANALISI
19 Aprile 2025 - 14:33
CREMA - Con la pioggia, la pista ciclopedonale del nuovo sottopasso tra le vie Gaeta e Stazione si trasforma in un acquitrino impraticabile. Il problema è emerso giovedì, quando le intense precipitazioni hanno parzialmente allagato la parte più profonda di questo percorso. Si è formata una enorme pozzanghera e passare a piedi era quasi impossibile. Altrettanto farlo in bicicletta. Probabilmente la causa è stata l’ammassarsi di detriti portati dal vento, che potrebbero aver ostruito il sistema di raccolta delle acque, che dovrebbe garantire l’agibilità del tunnel. Numerosi i cremaschi che hanno notato l’inconveniente.
Su quanto avvenuto, prende posizione il consigliere comunale di minoranza Andrea Bergamaschini: «La pista ciclopedonale del sottopasso è finito sott’acqua, rendendo impossibile il passaggio e dimostrando, ancora una volta, la totale assenza di una gestione efficace della viabilità e della manutenzione da parte dell’amministrazione», tuona il capogruppo della Lega. «Avevamo già presentato un’interrogazione in consiglio, per chiedere chiarimenti e soluzioni concrete sulla situazione del sottopasso, segnalando criticità evidenti e rischi per la sicurezza dei pedoni. La risposta dell’assessore Giorgio Pagliari non solo non ci aveva convinti, ma ci era apparsa evasiva. I fatti, purtroppo, ci danno ragione: la mancanza di programmazione e organizzazione è sotto gli occhi di tutti. Ribadiamo con forza che è inaccettabile che in un Comune come il nostro si continui a sottovalutare il tema della viabilità. Non si può intervenire solo a emergenza avvenuta: i cittadini meritano infrastrutture sicure, accessibili e gestite con serietà. Continueremo — l’ulteriore sottolineatura — a monitorare la situazione».
«Non appena è stato segnalato il problema — assicura l’assessore Pagliari — è intervenuto un nostro operaio, che in pochi minuti ha provveduto alla pulizia dello scarico, intasato da detriti, ma soprattutto da rifiuti. Ciò non sarebbe successo se non ci fossero i soliti incivili. Segnalo comunque che già nei mesi scorsi abbiamo chiesto a Rfi, ovvero a chi ha realizzato il sottopasso, di modificare lo scarico in questione, in quanto troppo piccolo: lavoro che è stato eseguito».
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