L'ANALISI
17 Aprile 2025 - 19:52
CREMONA - Era accusato di falso e sostituzione di persona per aver fatto intestare una Bmw a una 43enne indiana, residente a Mogliano Veneto, dichiarando che fosse la sua ragazza. Per farlo aveva fornito un’autocertificazione e la fotocopia a colori della carta d’identità e della tessera sanitaria della donna firmando il passaggio di proprietà a suo nome. E poi aveva ricevuto diverse sanzioni, notificate alla donna intestataria del veicolo, che aveva ricevuto anche due ingiunzioni di pagamento per il mancato versamento della tassa automobilistica.
Oggi, a più di sette anni dai fatti, l’imputato è stato assolto «perché il fatto non sussiste». I giudici hanno dato ragione alla difesa dell’uomo, rappresentata dal legale Massimiliano Corbari, che nella sua arringa aveva ritenuto la vittima non credibile: «Aveva dichiarato di non conoscere l’imputato ma ci sono fotografie che li ritraggono insieme al matrimonio del mio assistito, vicini».
Quanto all’accusa di falso: «L’atto di compravendita in sé era regolare, lui non ha sostituito nessuno, ha prodotto tutta la documentazione necessaria per quel tipo di operazione. L’agenzia non è stata in alcun modo indotta in errore». E anche sulla sostituzione di persona: «La signora ha disconosciuto una firma e un atto di vendita ma, oltre alla sua testimonianza, non è stato fatto alcun tipo di accertamento».
Non avrebbe retto dunque l’impianto accusatorio della Procura: la vicenda, stando alle ricostruzione fornita dalla donna, si sarebbe potuta configurare forse come una truffa ma quel capo di imputazione non figurava tra quelli a carico dell’imputato.
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