L'ANALISI
02 Aprile 2025 - 20:13
CREMONA - «La mia vita è cambiata notevolmente, è un continuo vivere in ansia: ‘Oggi cosa succederà?’ Ho paura per la mia incolumità. ‘Oggi si ferma qui, domani non lo so’. Ho cambiato le mie abitudini di vita: non esco più sola e sono sempre accompagnata dal mio compagno quando vado a prendere la mia bambina».
Sola, Maria non esce più dal 2021, quando ha rotto la relazione con il padre di sua figlia. Lo aveva conosciuto qualche anno prima in vacanza. «La nostra relazione ha sempre avuto grossi problemi. Da marzo del 2021 ho cominciato a lasciarlo. In concomitanza con il Covid, lui usciva, non tornava la notte. Io ero esausta, gli ho detto di non venire più a casa, che volevo finirla. Mi sono trasferita per due mesi da mia madre, alla relazione ho messo un punto finale a giugno 2021. Ma lui non accettava».
‘Non accettava’: un classico nelle storie che finiscono e che diventano una persecuzione. È stato così per Maria, che ha denunciato per stalking l’ex compagno. Oggi al processo nel quale si è costituita parte civile con l’avvocato Vittorio Patrini (pm Silvia Manfredi), ha raccontato degli insulti e delle minacce: ‘Ti spezzo le gambe’. Di lui che «geloso, mi controllava anche se non stavamo più insieme. Io uscivo con le mie amiche, lo scopriva sui social, mi chiamava e mi insultava. Gli ho detto: ‘Devi accettare che la relazione è finita, non ti amo più’, ma lui mi insultava, continuava a mandarmi messaggi, mi minacciava: ‘Ti spezzo le cosce’ ‘Te la farò pagare’, ‘Ti faccio morì’, ‘Non ti riporto la bambina’».
Ha raccontato di quel giorno in cui lui l’ha trascinata fuori da un negozio, l’ha presa per mano, una presa forte, l’ha trascinata per strada. «Non potevo liberarmi, era molto alterato. ‘Ti prego, lasciami stare, guarda che chiamo la polizia’. Ho tirato fuori il telefono, mi ha dato una testata». C’era gente per strada: una persona si è avvicinata, lo ha allontanato, un’altra ha chiamato le forze dell’ordine, «ma quando sono arrivate, lui non c’era più».
Ha raccontato di quel giorno in cui l’ex compagno l’ha seguita in auto: «Mi ha affiancato, è sceso, sbattendo i pugni sulla mia auto. ‘Scendi, scendi, scendi’. Io piangevo». Maria si è rifatta una vita con un altro uomo che la sostiene. «Sono felice», ma l’ex compagno non lo accetta. Maria non ha mai ostacolato il rapporto tra padre e figlia. «La vede nei weekend e nei periodi di vacanza fissati dal giudice», ma «mi minaccia: ‘Non te la riporto più indietro, così soffri’. Cerca sempre di mettermi i bastoni tra le ruote. Lui so che vive a Milano, negli alberghi. ‘Non te la riporto’. L’anno scorso a Natale me l’ha riportata dopo 14 giorni. Gli scrivevo, non mi diceva quando me la riportava. Il giudice lo ha ammonito. Lo stesso ha fatto per Pasqua. Il giudice lo ha ammonito ancora. Lo ha fatto anche quest’anno, sono andata io a riprendermi la bambina. Lui le parla male di me». La donna ha tenuta testa all’avvocato Nicola Pomponio, difensore dell’imputato in aula.
«La tormenta ancora?», ha rilanciato il giudice. «Sì», ha risposto lei. «Non c’è la possibilità di sedersi attorno a un tavolo da soli? L’esito del processo potrebbe essere un macigno. La bimba non deve farne le spese. Prendetevi un attimo di tempo». Il giudice ha rinviato all’11 giugno prossimo.
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