L'ANALISI
31 Marzo 2025 - 18:19
CREMONA - «Schiava». Nei dieci colloqui con la psicologa e psicoterapeuta del centro anti-violenza, «schiava» è la parola che ha detto e ripetuto più volte, «spiegando quello che succedeva a casa». Quello che le è accaduto dopo il matrimonio, la violenza sessuale subita la prima notte di nozze, un aborto, una successiva gravidanza da cui è nato un bimbo, le violenze fisiche (percosse) e psicologiche da parte del marito, dei suoceri e del cognato.
L’ex marito è già stato condannato per maltrattamenti e per violenza sessuale a 6 anni e a risarcirla con 15 mila euro nel processo con il rito abbreviato dal gup. Davanti al collegio è ripreso oggi il processo per maltrattamenti a carico degli ex suoceri e del cognato con i genitori della presunta vittima che hanno confermato l’incubo raccontato dalla loro figlia, egiziana, all’udienza del 14 gennaio scorso, nascosta dietro a un paravento per non incrociare lo sguardo degli imputati, difesi dall’avvocato Mario Tacchinardi. La giovane, parte civile con l’avvocato Antonella Viola, si è ripresa in mano la vita con il suo bimbo. «Mi trattavano come una schiava, mi umiliavano se non facevo bene i lavori». Un inferno dal 2019 al 2022.
La mamma: «Mia figlia mi ha detto che il rapporto con il marito era problematico. Si è sposata che aveva 18 anni. Prima ha vissuto in una casa con il marito e tutti i giorni era obbligata ad andare a pranzo e a cena dai suoceri. Lui le aveva promesso di farle continuare gli studi. Bugiardo. E di vivere indipendenti, poi si sono trasferiti nella casa dei suoceri. Se la prima notte di nozze è stata male? Non era pronta, ha avuto un’emorragia, la mamma di lui non voleva portarla in ospedale, sennò la gente parlava. Mia figlia ci ha chiamato, sono andata io, stava male. Quando è tornata a vivere da noi, ci ha raccontato che i suoceri si intromettevano sempre, la picchiavano, la obbligavano a fare tutto in casa. Ci ha raccontato che il suocero una volta l’ha picchiata con la cintura: aveva i lividi sul braccio, che la suocera la picchiava, le tirava i capelli: se non faceva le pulizie, la trattavano male. Se era libera di uscire e di gestire i soldi? Niente, no. Tutti si intromettevano nella sua vita».
Il padre: «Quando mia figlia si è sposata, all’inizio non mi aveva detto niente. Prima di andare a vivere dai suoceri, era successa una brutta cosa. Mia figlia aveva litigato con il marito, perché non voleva andare a vivere dai suoceri. ‘Io voglio stare in un appartamento da sola’. Ha litigato, lui l’ha picchiata. ‘Papà, vieni’, piangeva. Quando è andata a casa dei suoceri, non è cambiato nulla. Non era libera. Mi ha detto che stava in casa come una schiava, che la minacciavano suo marito e i suoceri. Anche quando è rimasta incinta, a casa dei suoceri stava malissimo: non c’era lo scaldabagno, l’acqua la scaldava sul fuoco».
La psicologa: «Mi ha raccontato che prendeva spintoni, calci, che la strattonavano. Che tutti i suoi movimenti dovevano passare dal nulla osta della famiglia di lui. Minacce? La suocera la minacciava di portarle via il bambino e di darlo alla moglie dell’altro figlio. Nei colloqui la parola che utilizzava di più era ‘schiava’». In aula si tornerà il 26 maggio.
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